La Serie A trema. O meglio, a tremare, è la sua conclusione. Se infatti tutto lascia ormai pensare che possa ripartire tra il 13 e il 20 giugno, ben più incerto è sapere se potrà mai finire. A complicare le cose è la posizione del Comitato Tecnico Scientifico, che ha tenuto a ribadire le sue intenzioni in merito alla quarantena di gruppo in caso di un calciatore positivo. Negli ultimi giorni si era fatta avanti l’idea di una possibile quarantena ridotta: una settimana, con annullamento totale dopo due tamponi negativi. Niente di tutto ciò, o perlomeno è ciò che filtra dal Comitato Tecnico Scientifico, intenzionato a rimanere sui propri passi per quanto riguarda il periodo da rispettare lontano dal campo.
“È comparsa sulla stampa nazionale, sostenuta da alcuni noti rappresentanti del mondo del calcio – si legge in una nota – la notizia che il Cts avrebbe concordato con le autorità sportive, prime tra tutte la FIGC e la Lega Calcio, non solo le procedure e i protocolli per la riapertura del campionato, ma anche la riduzione del possibile periodo quarantenale a cui sottoporre calciatori e personale della squadra risultati positivi al test diagnostico per la presenza del virus SARS-CoV-2 o i loro contatti più stretti, ipotizzando una sola settimana di quarantena precauzionale, anziché due settimane universalmente riconosciute”.
“Non esistono alternative a quanto rappresentato in ogni sede, per ogni tipologia di attività e per ogni tipo di soggetto, relativamente alla ripresa di tali attività, nel pieno rispetto delle norme vigenti e dell’evidenza scientifica che tali norme hanno contribuito a generare. Ipotizzare un trattamento particolare, in eccezione per alcune categorie di persone e di attività, come i professionisti del giuoco del calcio, così come per altri sport di squadra che implichino contatto fisico prolungato è fuorviante e provocatorio, tendente a creare un clima di scarsa fiducia nell’attendibilità e nel rigore etico e scientifico con cui il Cts ha affrontato e continua ad affrontare i complessi problemi tecnici legati alle riaperture progressive del Paese, nel contesto del processo di rafforzamento dei settori territoriale e ospedaliero del Sistema sanitario nazionale e degli indicatori di monitoraggio stabiliti dal Ministero della Salute di concerto con le Amministrazioni regionali”.