Seduti, da sinistra Ciro Romano e Pierluigi Spagnolo

La luce è soffusa, quanto basta per creare l’atmosfera giusta. Alle pareti ci sono i bozzetti del maestro Gigi Pacifico con le sue scenografie iconiche. Accanto all’autore Pierluigi Spagnolo, l’inventore di “Tango” Ciro Romano, a fare gli onori di casa e ad accompagnare il giornalista/scrittore lungo il racconto dei suoi due libri, due colonne del genere ultras. Quella di stasera al Complesso San Michele di Salerno è una di quelle serate “belle”, gremite di volti amici e sguardi curiosi. Tanto basta per sentirsi a casa, in mezzo a tutti quei discorsi sui granata.

La kermesse del duo Ciro Romano – Corrado De Rosa funziona alla grande. Grazie anche alla collaborazione dell’associazione “19 giugno 1919” e del suo infaticabile lavoro di raccolta di cimeli e pezzi di storia della Salernitana, “Tango” si avvia seriamente a diventare un cult, un momento culturale di intensità assoluta che si spera sia solo alla prima gestazione. Ad “accendere” gli animi dei tanti appassionati di fede granata intervenuti nella splendida location del centro storico cittadino c’era lui, Spagnolo. Schietto e vero come sa essere un giornalista, autentico e attento come scrittore, la sua penna ha regalato due libri che sono al centro di ogni biblioteca di genere. “I ribelli degli stadi” e “Contro il calcio moderno” – entrambi editi da Odoya – raccontano una storia tutta italiana, ma non solo. Gli ultras ed il loro codice, i punti di luce e quelli in chiaroscuro, le prospettive e le incognite sono state al centro della chiacchierata tra Spagnolo ed il “padrone di casa” Ciro Romano.

In sala applausi, con gli occhi di chi ha potuto vivere un bel momento di cultura ultras, di identità e di passione collettiva, troppo spesso additati come esempi negativi dallo storytelling dei media nazionali. Merito di Spagnolo l’aver saputo spostare l’ago della bussola verso quella che è la realtà, ossia un stile di vita “altro”, fondato sul senso di appartenenza, sul rispetto e su quel maledetto bisogno – di ognuno di noi – di respirare il cemento dei gradoni di uno stadio.

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