di Giuseppe Barbato

Nelle ultime ore sul Web circola un video girato a Trigoria, durante gli allenamenti della Roma. Si vede Daniele De Rossi correre e palleggiare, con grande eleganza. Il tecnico giallorosso nel farlo pronuncia una frase: “dobbiamo giocare la palla con velocità e qualità, ti cambia la vita”. Semmai qualcuno avesse avuto dei dubbi sulla mentalità che De Rossi vuole dare questi pochi secondi sono un manifesto.

Lo aveva ribadito anche durante la conferenza di presentazione, in cui ha ricordato il modello della prima nazionale di Mancini (di cui è stato assistente) o delle innovazioni metodologiche portate avanti da Spalletti e De Zerbi. Dominio del pallone, costruzione molto insistita finché non c’è la possibilità di verticalizzare con pochi passaggi e movimenti rapidi, riaggressione dell’avversario. La Roma vista contro il Verona non è ancora chiaramente pronta a fare tutto questo per 90 minuti però ne ha dato dei segnali.

La squadra giallorossa ha saputo alternare due sistemi in costruzione: 3+1, più simile a quello precedente, con Paredes vertice basso e molta ampiezza degli esterni, e un 4+2 che invece risulta più congeniale alla nuova Roma. Qui sono due gli elementi interessanti: il primo è la presenza di Dybala ed El Shaarawy che provano sia a stare dentro il campo sia sul canale esterno, così da creare incertezza; il secondo è il ruolo di Bove che può fungere sia da mediano sia da mezzala nel centrocampo a tre in fase di non possesso. Volendo trovare un paragone qualcosa di simile a quanto faceva Locatelli nel Sassuolo di De Zerbi. La Roma ha tenuto molto il possesso nel primo tempo, soprattutto nella propria metà campo, per poi lanciare quando la difesa avversaria perdeva la sua struttura base.

Difensivamente la Roma ha presentato dei movimenti alti sulla riaggressione più che sull’aggressione in sé, cioè un’intenzione a recuperare la sfera velocemente. Una prima indicazione si ha nell’indice PPDA: 8,59, piuttosto basso e raro nella visione Mourinhiana del gioco. Di contro è mancato qualcosa nel corso del match, dove la squadra per scompenso fisico si è abbassata troppo concedendo più del necessario a un Verona poco efficace, al netto del rigore sbagliato.

La Salernitana affronterà una squadra che potrà fare fatica a tenere un certo ritmo, anche alla luce dell’impegno in Arabia Saudita, però troverà una squadra potenzialmente in grado di essere letale col suo possesso raffinato. La bravura di Inzaghi sarà proprio in questa situazione: non farsi trovare scoperta nella prima costruzione romanista, rendendola il più possibile sterile. A patto di mantenere il controllo del match senza concedersi passivamente alla squadra avversaria. Un gioco di equilibri che entrambe le squadre vogliono trovare e probabilmente farà la differenza.

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