Nell’antica Grecia, era costume diffuso assistere alle tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide. La tragedia greca era un genere dove la faceva da padrone l’epica, ossia il mito, ma con delle novità, come il racconto, l’azione, permettendo al pubblico di vedere con i propri occhi i personaggi che compaiono sulla scena, provvisti ciascuno di una propria dimensione psicologica. In pratica il teatro. E di teatro si tratta anche stavolta, seppur con quasi 3000 anni di più sul groppone. La tragedia – o presunta tale – è quella che vede al centro la disputa di una gara di calcio e per l’esattezza il derby Napoli-Salernitana. Che il calcio sia tragedia lo dice anche il “mago” Walter Sabatini, ma in questo caso gli attori principali sono ben altri e la qualità della scrittura è degna di una letteratura da soap opera sudamericana. Abbiamo la società Napoli, la Prefettura di Napoli e la Lega Calcio, tutti coesi nel tutelare unicamente gli interessi di una squadra (il Napoli) e di sfavorire quelli di un’altra (la Salernitana). La vicenda che in queste ore sta tenendo banco la conoscono tutti ed evitiamo di fare di nuovo il racconto e la cronistoria. L’unico elemento che ci va di sottolineare è l’assoluta mancanza di rispetto per la Salernitana e la città di Salerno. Se ci sarà lo slittamento del derby, avremo le prove provate che nel palazzo del calcio c’è chi conta e chi no, chi viene tutelato e chi no, alla faccia del fair-play, dell’etica e dei valori dello sport. Nella speranza di essere smentiti da qui a qualche ora, auguriamo agli attori di questa telenovela strappalacrime le migliori fortune!

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