Di Giuseppe Barbato
Pioggia di gol e di autogol sui campi della Serie A: così si può riassumere la nona giornata, contraddistinta da 36 reti di cui cinque autoreti, record da quando nel 1999 è cambiata la regola sulla sua assegnazione. Dando un occhio alla classifica si cominciano a intravedere quelle fratture tipiche tra le diverse fasce della classifica. Giovedì il campionato avrà superato il proprio ¼, cioè quella fase fisiologica che poi lo porterà avere un quadro più definito.
Nella parte medio-bassa in tre, con affermazioni casalinghe, hanno chiarito la propria superiorità rispetto alle avversarie negli scontri diretti: è il caso di Torino, Sassuolo e Sampdoria. I granata di Juric hanno battuto 3-2 il Genoa, dominando il primo tempo chiuso sul 2-0: nella ripresa i rosso-blu tornano in partita prima con Destro e poi con Caicedo ma non basta. Le voci di esonero su Ballardini sono sempre più forti e settimana prossima sarà decisiva. Il Sassuolo ha sconfitto 3-1 il Venezia, prossimo avversario della Salernitana. Al Mapei Stadium è stata partita vera per 45°, poi nella ripresa i nero-verdi prendono le redini del match e lo chiudono con Frattesi, dopo l’autorete di Henry: che sia il match della svolta per l’ex-Monza, apparso finora altalenante nel salto dalla B alla A? La Sampdoria contro lo Spezia ha messo a frutto tutto il cinismo di cui poteva disporre: i bianchi hanno macinato gioco, avuto occasioni in serie senza mai finalizzarle al contrario dei doriani che sono stati perfetti nel primo tempo. La ripresa prosegue nello stesso modo e il gol di Verdi, un gioiello, arriva al 94°: troppo tardi. 2-1 e sorpasso in classifica.
Un’altra squadra che si attesta sul centro-classifica è il Verona che vince 4-1 contro la Lazio: a fare notizia non è tanto il Simeone-show, autore di un poker, ma l’ennesimo crollo in trasferta dei bianco-celesti. Non è lontano solo il Sarrismo ma una forma accettabile nelle trasferte, segno di un distacco abissale tra i titolari e le riserve. Affermazione importante anche per la Fiorentina: 3-0 senza discussione al Cagliari e match in totale controllo per i viola che ritrovano i tre punti e il gol di Vlahovic: una punizione di potenza e precisione che lo avvicina, nelle immagini a Batistuta. Era dai tempi dell’asso argentino che un centravanti a Firenze non si faceva notare anche con i calci piazzati. Un altro centravanti che si fa notare è Beto: terzo gol di fila per il portoghese e l’Udinese torna da Bergamo con un punto prezioso. Bravo Gotti a crederci e a dare un assetto diverso alla squadra grazie ai cambi di Soppy e Samardzic; settimana da dimenticare per l’Atalanta che si fa rimontare per la seconda volta in quattro giorni e mostra delle crepe nel sistema, finora perfetto, creato da Gasperini.
In un weekend ricco di segnature sorprende lo 0-0 tra Roma e Napoli, risultato giusto che rispecchia l’andamento della gara: vibrante, molto fisica, molti strappi ma poche occasioni da gol. Da segnalare i duelli a centrocampo, dove entrambe le coppie hanno combattuto con qualità e fisicità: una menzione per Anguissa che si conferma uno dei migliori giocatori del campionato. Anche l’altro big match del turno, il derby d’Italia, finisce in parità: la Juventus aggancia il pari solo nel finale, grazie al rigore di Dybala, e ringrazia l’ingenuità di Dumfries. Il match di San Siro è stato deludente, con pochissime emozioni e tanta confusione: entrambe sono lontane dalla loro miglior condizione, fisica e mentale. Ringrazia il Milan che aggancia il primo posto sbancando Bologna 4-2, risultato che non rispecchia l’andamento del match: i rosso-blu di Mihajlovic, a lungo in dieci e poi in nove, non mollano mai, rimontano il doppio svantaggio e hanno anche le occasioni per vincere. Serve un gol del ritrovato Bennacer e il sigillo finale di Ibrahimovic per chiudere il conto. Il Milan targato campionato dimostra, ancora una volta, quella forza mentale che è diventata il marchio di fabbrica dei rosso-neri con Stefano Pioli.