La “liberazione” a Salerno – almeno nel calcio – è giunta prima del 1945. Grazie allo sbarco delle truppe alleate del 9 settembre 1943, l’intero Meridione d’Italia potè uscire dalla morsa dell’occupazione nazista e avviarsi gradualmente verso la ricostruzione. Proprio in quel periodo, l’impossibilità di svolgere correttamente un torneo regolare lungo tutto l’arco del territorio, costrinse la Serie A a fermarsi. Il calcio, tuttavia, non voleva arrendersi e così continuarono a disputarsi molti tornei locali, alcuni riconosciuti anche a livello ufficiale. Campionato Alta Italia ( l’unico, con alcune dispute, riconosciuto come manifestazione ufficiale), Campionato romano di guerra, Coppa della Liberazione, furono tantissimi i tornei giocati. Ed al Sud fu proprio questa coppa il primo torneo di calcio a disputarsi in quella parte d’Italia non più scenario di guerra.

La Coppa della Liberazione fu disputata nel 1944 in Campania, regione da pochi mesi liberata dagli alleati. Il torneo anticipava di un anno, quello che sarebbe successivamente avvenuto: la liberazione, la voglia di riprendere a vivere e tornare ad inseguire i propri sogni. Un paese martoriato dalla guerra, che voleva riprendere a correre, lavorare, giocare e divertirsi. Il calcio ha, da sempre, stimolato questo forte senso di identità e in quel momento storico significò una ventata d’aria fresca per tutta la regione. Il Sud tornava a riempirsi di speranze e dopo mille difficoltà ,provava lentamente a riprendere la vita di tutti i giorni.

L’idea di organizzare questa coppa fu di Mario Argento, personalità rilevante nel mondo del calcio di quel periodo. Calciatore, arbitro, dirigente e giornalista, ricoprì praticamente ogni incarico esistente, sempre attivo nel mondo del pallone. Trascorse l’intera carriera da giocatore in diverse società di Napoli, per poi passare ad arbitrare. Questa personalità, indiscutibilmente eclettica, divenne, ben presto, un soggetto di spicco, venendo insignito del titolo di “pionere del calcio italiano”. Probabilmente, proprio dall’amore per la città partenopea, nacque l’idea di organizzare questo torneo, a cui parteciparono ben tredici squadre del Sud Italia.

NapoliSalernitana, Bagnolese, Torrese, Puteolana e Cavese sono soltanto alcuni dei club che, tra Serie B e C, parteciparono alla competizione. La formula del torneo prevedeva l’organizzazione di tre gironi eliminatori, con le vincenti e la migliore seconda che accedevano alla fase finale. Il Napoli era sicuramente la squadra più conosciuta e forte nel torneo, tanto da decidere di ritirarsi dallo stesso per il divario tecnico con le altre squadre partecipanti. Fu, dunque, la Torrese, seconda classificata, a superare il turno, venendo promossa al posto dei partenopei, raggiungendo Salernitana, Internaples e Ilva Bagnolese in finale.

Alla fine, fu proprio la Salernitana a spuntarla, con quattro vittorie, un pareggio e una sola sconfitta. Il torneo ristorò sicuramente una regione messa in crisi dalla guerra, senza però essere riconosciuto ufficialmente dalla Federazione. Condusse, tuttavia, a cambiamenti importanti, specialmente per la Salernitana. I granata del Sud, dominarono il torneo, mettendo le basi per la crescita successiva. Nel 1947-48 la Salernitana partecipò, grazie alla promozione ottenuta, al campionato di Serie A, unica partecipazione al massimo campionato insieme a quella del 1998-99. La Salernitana poteva contare, in quel periodo, su un gruppo di ottima qualità, guidato da Carmine Iacovazzo, centrocampista dalle enormi capacità fisiche e agonistiche, un vero “motore” umano capace di macinare chilometri per tutti i 90 minuti di gioco.

In questa occasione, inoltre, la Salernitana abbandonò definitivamente il bianco-celeste, per sposare i colori granata. La prima gara con indosso la casacca granata fu disputata il 10 dicembre 1944, contro la Torrese, gara conclusasi con un sono 8-0 per la Salernitana. L’attuale Associazione Sportiva Dilettantistica UnioneSportiva Savoia 1908, per aver mantenuto in vita il club durante la guerra e grazie all’ottimo torneo disputato, ebbe un importante premio dalla Federazione: la promozione in Serie B.

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