Doveva essere la gara della svolta, quella utile a ripartire dopo un avvio di stagione tremendamente difficile. Invece, al netto del cambio di guida tecnica, della carica del presidente Iervolino e della spinta costante di 18mila spettatori, la Salernitana non è andata oltre il 2-2 contro il Cagliari. Gara ripresa con i capelli nel finale grazie a un discusso rigore trasformato da Dia. L’uomo più atteso che ha allontanato critiche e voci di mercato con una doppietta che ha negato il sorpasso in classifica al Cagliari ma che non nasconde i problemi strutturali dei granata. Anzitutto la fase difensiva: altri 2 gol subiti, il totale sale a 19 dopo 9 giornate. Decisamente troppi.

Zero vittorie è altro record negativo, nemmeno la Salernitana del trust costruita tra mille paletti e con pochi soldi aveva fatto peggio. Nel mezzo tanti scontri diretti gettati alle ortiche e un fattore Arechi che ha fruttato appena 3 punti, con sconfitte pesanti contro Torino e Inter e il segno X con Udinese, Frosinone e Cagliari. La prestazione è stata davvero brutta. Primi 20 minuti generosi, tanti cross da parte di Bradaric e Mazzocchi, ma pochissima assistenza in area di rigore. Poi baricentro più basso e calciatori di qualità che hanno fatto fatica ad inserirsi. Kastanos, che in queste nove giornate ha cambiato tanti ruoli, è stato schierato come mezzala offensiva ma è stato coinvolto poco, Candreva a tratti era quasi un esterno basso aggiunto e Dia e Cabral finivano per pestarsi i piedi.

Risultato? Zero tiri in porta per 86 minuti, contro l’ultima della classe e un’altra difesa vulnerabile. Il carattere e un pizzico di fortuna hanno permesso di prendere un punto, prezioso o no lo capiremo nel tempo. Di certo c’è che ora il calendario è tremendo e che il pubblico è infelice: a fine gara fischi copiosi, squadra contestata e quel coro “meritiamo di più” rivolto alla società e alla dirigenza che sa tanto di messaggio in vista del mercato di gennaio che dovrà portare in dote almeno 4 rinforzi.

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