Di Giuseppe Barbato

L’abitudine a giocare ogni tre giorni. Il primo turno infrasettimanale del campionato sembra un atto di restaurazione rispetto alla giornata precedente; semplicemente è emersa la difficoltà delle squadre più piccole di fare un adeguato turnover rispetto alle big le quali, con un mix di abitudine e rosa lunga, sopperiscono con maggiore facilità agli impegni del campionato. Delle annunciate “sette sorelle” in sei hanno fatto punteggio pieno, fa eccezione la Lazio che torna da Torino con un punto grazie al rigore di Immobile al fotofinish. I granata di Juric da un lato si mordono le mani per una partita dominata ma non vinta, dall’altro si possono ritenere soddisfatti per il percorso di crescita intrapreso dopo le due sconfitte iniziali.

Prima di addentrarci nelle partite delle big ci sono da raccontare due incontri interessanti nella zona medio-bassa della classifica. L’anticipo Bologna-Genoa è stato vibrante, teso e concluso sotto lo sguardo del VAR: il fallo da rigore, da cui è nato il gol del 2-2 di Criscito, ha scatenato le proteste di Mihajlovic, poi espulso, e dei suoi giocatori. Il risultato finale scontenta tutti e le rimanda sul piano della prestazione. Alla Sardegna Arena l’Empoli, con una prestazione di grande piglio, vince 2-0 e si rilancia dopo le due sconfitte consecutive. Il Cagliari di Mazzarri, pur generoso, mostra il proprio lato oscuro e ciò su cui deve lavorare il tecnico di San Vincenzo.

Volgendo lo sguardo alle cosiddette big impressionano le prestazioni di Atalanta, Inter e Milan. Al Gewiss Stadium non c’è partita e il Sassuolo nel giro di mezz’ora diventa una formalità. Nulla da fare per Berardi e soci, apparsi ancora una volta sottotono. I campioni d’Italia subiscono il dominio della Fiorentina che gioca un primo tempo perfetto, con il trio d’attacco in grande spolvero. Nella ripresa l’Inter si rimette in sesto e ribalta il match nel giro di tre minuti con Darmian e Dẑeko, poi Perišić chiude il conto. Il Milan batte il Venezia col classico scarto: decisivi i cambi nella ripresa, dopo un’ora equilibrata e ben giocata dai lagunari. Fanno la differenza Brahim Diaz, che conclude un’ottima azione manovrata, e Theo Hernandez, al primo centro stagionale.

La Juve, nel giro di un minuto, passa dall’affondo al riscatto. Siamo al 65°: prima Locatelli salva sulla linea, sul rovesciamento di fronte Chiesa pareggia con un’azione frutto della sua determinazione. Qualità che fa la differenza anche in occasione del 3-2 di De Ligt. Lo Spezia perde ma non demerita e il giovanissimo Antiste ha dato sfoggio del suo talento in occasione del gol, quando ha superato Bonucci con un gran gesto tecnico. Thiago Motta continua ad avere buone indicazioni. Secondo 4-0 consecutivo per il Napoli: stavolta a pagare dazio è la Sampdoria che finora aveva dato sensazioni di solidità difensiva. Anguissa è ancora una volta tra i migliori: il camerunese sembra l’uomo giusto al posto giusto, in grado di dare l’equilibrio necessario per permettere ai 4 davanti per esprimersi al meglio. Chiude la Roma, ieri sera, con una vittoria di misura, contro l’Udinese, che poteva avere misure più ampie nel primo tempo. Nel secondo i bianco-neri provano a pareggiare senza essere incisivi sotto porta. Il gol di Abraham basta e avanza ai giallorossi per restare in scia.

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