di Giuseppe Barbato
“Poca voglia di segnare”: questa è la sintesi del 23° turno in cui sono stati segnati, appunto, solo 23 gol, di cui 11 tra il derby ed Empoli-Roma, e si sono visti ben tre 0-0. Partiamo proprio da qui. Quello tra Genoa e Udinese sarebbe la classica sfida della paura se non fosse per due dettagli: il primo è l’atteggiamento del Grifone, schierato da Blessin con uno spavaldo 4-3-3 volto all’aggressione alta; il secondo è in una curiosa statistica: in 180° tra le due squadre ci sono stati solo otto tiri in porta. Segno, prima di tutto, di un’incapacità tecnica di fondo. C’è chi ha fatto peggio, per esempio la Lazio che all’Olimpico non ha saputo approfittare di un’Atalanta decimata che è scesa in campo con due Primavera tra i titolari: la squadra di Sarri ha proposto un ‘passino game’ sterile e mai finalizzato in attacco, con Immobile annullato in marcatura da Demiral. Non basta il tiro di Zaccagni che si è spento sul palo. Né Milan né Juventus hanno offerto uno spettacolo migliore: i rosso-neri sono stati precipitosi e poco pericolosi, i bianco-neri sono scesi in campo in maniera rinunciataria e non hanno un solo tiro in porta. Il risultato finale è solo il frutto di una brutta gara.
In questo scenario, tra lotta scudetto e Champions, ne approfittano Inter e Roma che vincono e guadagnano terreno. I campioni d’Italia risolvono la sfida col Venezia solo al 90°, grazie a un poderoso colpo di testa di Dzeko: il match si era reso complicato per merito dei lagunari, bravi a passare in vantaggio con Henry e giocare un secondo tempo fatto di difesa ordinata e ripartenze. I giallo-rossi sbancano Empoli e risolvono la pratica nel primo tempo con 4 gol in 13′, nella ripresa le reti di Pinamonti e Bajrami servono solo a fissare il risultato sul 4-2. Seconda vittoria consecutiva degli uomini di Mourinho che, con gli innesti di Sergio Olivera e Maitland-Niles, hanno trovato nuovi equilibri.
Nella zona di centro classifica si segnala la risalita del Verona, alla terza vittoria nelle ultime quattro, e il pari tra Torino e Sassuolo. Al Bentegodi gli uomini di Tudor rimontano il Bologna e confermano una curiosa statistica dei rosso-blu: quando segna Orsolini l’avversaria di turno alla fine porta a casa i tre punti. Al netto delle coincidenze preoccupa la situazione dei felsinei, alla quarta sconfitta nelle ultime 5 che si significa riavvicinarsi alla zona pericolosa. Allo stadio ‘Grande Torino’ gli uomini di Juric passano in vantaggio con Sanabria e hanno parecchie occasioni per raddoppiare, anche nitide come dimostra il dato finale di 3.25 xG. Sul finale è bravo Raspadori a segnare sull’unica vera conclusione del Sassuolo in tutta la partita, prendendo così un punto che per quanto visto in campo non sembrava meritato.
Inizia con una sconfitta la nuova esperienza di Marco Giampaolo sulla panchina della Sampdoria: il tecnico di Giulianova ripristina subito il 4-3-1-2, con Candreva spostato sulla trequarti, ma prima di imporre il suo calcio c’è molta strada da fare. Al Picco si è visto piuttosto poco, da entrambi i lati perché nemmeno lo Spezia sciorina la qualità delle ultime settimane. Però segna con Verde e stavolta basta e avanza: quarta vittoria nelle ultime 5 e undici punti rosicchiati proprio ai doriani che adesso guardando con apprensione al terzultimo posto, dove si trova il Cagliari a tre punti di margine. I sardi sprecano una ghiotta occasione contro la Fiorentina, alla luce dell’andamento del match, ma all’Unipol Domus si vede di tutto: due rigori sbagliati, uno per parte, tantissime occasioni sprecate e un arbitro, Aureliano di Bologna, in grande confusione. Sul match pesa l’errore di Joao Pedro che sbaglia il secondo penalty di giornata nel possibile turning point della gara, sull’1-0 per la propria squadra e Odriozola appena espulso dall’arbitro: il pari dell’ex Sottil, pochi minuti dopo, scrive la parola fine al match.