Di Giuseppe Barbato

Cadono le capoliste e la classifica si accorcia: questa è la sintesi del 13° turno, caratterizzato da 36 gol di cui alcune di pregevole fattura. Bisogna partire dalle sconfitte di Napoli e Milan, giunte dopo due match ricchi di gol e di emozioni. Gli azzurri cadono a San Siro, nel big match con l’Inter che per un’ora è padrona del campo e ribalta l’iniziale vantaggio di Zielinski. Nell’ultima parte di partita il Napoli riprende fiato, segna il 3-2 con Mertens e sfiora il 3-3 con Mario Rui. La notizia peggiore però non è la sconfitta ma gli infortuni, seri, occorsi a Osimhen e Anguissa. L’Inter archivia il derby con una vittoria importante, la prima negli scontri diretti. Perde anche il Milan, 4-3 a Firenze. I rossoneri pagano dazio in difesa, complici le assenze di Tomori e Romagnoli mal compensate da Gabbia, e non basta la doppietta di Ibrahimovic. In casa viola si conferma Vlahovic, oggetto di desiderio del mercato di gennaio, e Saponara, autore di un gol bellissimo. Stabile al quarto posto c’è l’Atalanta che dilaga per 5-2 in casa con lo Spezia. Prestazione in chiaroscuro per i bianchi che ritrovano i gol di Nzola, i primi stagionali, ma anche la fragilità difensiva.

Alle spalle delle prime quattro c’è la Roma, a quota 22, e un gruppo di tre squadre a 21. I giallo-rossi mantengono il quinto posto grazie a Felix Afena: il ghanese, schierato da Mourinho nel finale, risolve con una doppietta che mette in luce il talento del classe 2003. Prima finalizza benissimo un’azione di Mkhitaryan, poi sorprende Sirigu dalla distanza con un destro a giro. Shevchenko inizia la sua avventura con una sconfitta e l’idea che servirà molto lavoro per trovare i giusti assetti. Subito dietro si trovano Lazio e Juventus che si sono affrontate all’Olimpico: la doppietta di Bonucci su rigore non mostra la forza dei bianco-neri che hanno gestito il match con personalità, sprecando diverse occasioni per dilagare. La Lazio deve fare i conti con l’incapacità di essere pericolosa quando non c’è Immobile, infatti né Zaccagni falso nove né Muriqi nella ripresa si rivelano soluzioni efficaci.

Nella parte medio-bassa della classifica sono le squadre venete a guadagnare terreno importante. Il Verona, nel posticipo, batte l’Empoli 2-1, continua il grande cammino intrapreso con Tudor, soprattutto in casa dove le vittorie di fila salgono a cinque, e sorpassa il Bologna sconfitto proprio dal Venezia. Match equilibrato quello del Dall’Ara nel quale i padroni di casa hanno il controllo del pallone e molte occasioni da rete, senza però finalizzarle. Il Venezia, con prudenza e cinismo, colpisce in una delle poche sortite offensive con Okereke. L’ultima mezz’ora di assedio rosso-blu è infruttuosa e sterile. Lì in zona gravita anche il Torino di Juric che batte l’Udinese 2-1. Nel primo tempo, escluso il gol di Brekalo, non succede granché. La ripresa si apre col raddoppio di Bremer che congela l’incontro, almeno fino al possibile 3-0 sprecato proprio dal brasiliano: è lì che l’Udinese si accende, accorcia con una punizione perfetta di Forestieri e sfiora più volte il pari nel finale. Chiudiamo con l’unico pareggio del turno, quello tra Sassuolo e Cagliari. Un risultato che lascia tutti scontenti: i nero-verdi perdono una buona occasione e i rosso-blu rimangono sul fondo della classifica. Il match è poco godibile, con molti errori e poco gioco. Gli unici a trarre indicazioni utili sono il CT Mancini, confortato dalle reti di Scamacca, Berardi e Joao Pedro, e gli amanti delle grandi giocate che hanno potuto ammirare la splendida rovesciata di Keita Baldé per il momentaneo 1-1 dei sardi.

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