Siamo appena al 23 giugno, eppure sul web si percepisce un pizzico di preoccupazione per il futuro della Salernitana. Certo, sentir parlare di abbassamento del monte ingaggi e di budget inferiore rispetto al passato in ottica della politica dell’autofinanziamento non fece fare i salti di gioia a nessuno, figuriamoci poi se meno di 24 ore dopo la conferenza stampa di De Sanctis esplode il caso Sousa e il mister si incontra in gran segreto col Napoli. Ogni opinione è legittima, ci mancherebbe, e a tutte le latitudini il tifoso pretende e ha poca pazienza, ma riteniamo che qualunque tipo di critica o polemica fatta oggi sia del tutto inutile, ingenerosa e controproducente. E’ vero: c’è il rischio di perdere Boulayè Dia, c’è il timore che qualche altro protagonista di una grande salvezza possa andar via e la presa di posizione della proprietà sui procuratori rischia di condizionare il mercato italiano. Ma Danilo Iervolino, Maurizio Milan e Morgan De Sanctis hanno dimostrato ampiamente di avere risorse, idee, competenza ed entusiasmo per allestire, ancora una volta, un organico all’altezza di Salerno e della sua straordinaria tifoseria. E la scelta di gettare acqua sul fuoco parlando esclusivamente di salvezza certifica il salto di maturità da parte del club che, in passato e per inesperienza, si era lasciato andare a dichiarazioni roboanti tali da alimentare aspettative eccessive e da spingerci a commentare un pareggio casalingo o una pesante sconfitta come un flop totale.

Nulla di tutto questo. La Salernitana è al suo terzo anno di fila in A, quinto in assoluto, ha rischiato seriamente di sparire dal calcio professionistico fino alla mezzanotte del primo gennaio 2022 e bisogna procedere per step prima di ambire alla zona sinistra della classifica. L’esempio di quest’anno è lampante e rende perfettamente l’idea: pur avendo conquistato ben 11 punti in più rispetto alla stagione precedente, i granata hanno scalato appena due posizioni in graduatoria chiudendo quindicesimi piuttosto che diciassettesimi. La serie A è un altro mondo, nel quale la Salernitana ha dimostrato di poter stare a testa altissima accompagnata da un pubblico che è valore aggiunto per davvero. Ma il salto di maturità sia collettivo. Il mercato, ufficialmente, è ancora chiuso e ci sarà tempo fino al 31 di agosto per consegnare all’allenatore un organico capace di mettere tre avversarie sotto e di consolidarsi in quella categoria che, dieci anni fa, guardavamo per televisione e con un pizzico di sana invidia sportiva. Lasciamo fare al presidente, all’amministratore delegato e al direttore sportivo. Gente che ha guadagnato sul campo credibilità e che merita di essere sostenuta con fiducia.

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