Abbiamo lasciato 10 anni di salute stasera. Su quei gradoni è possibile ancora adesso che lo stadio si è svuotato, risentire l’eco delle imprecazioni e della rabbia per una gara che ha messo a dura prova le coronarie dei tifosi. La Salernitana è salva. Lo è matematicamente da poche ore, grazie a quel punto in più rispetto al Cagliari. E’ magari quel punto che abbiamo conquistato contro il Sassuolo in casa che in molti commentarono negativamente, storcendo addirittura il naso? O è il punto conquistato a Bergamo? O ancora quello di Empoli, nonostante il rigore fallito da Perotti? O ancora quello casalingo col Cagliari? Fate voi. Fatto sta che siamo salvi per un punto. Lo stesso punto che ci mancava nel 1999, quando retrocedemmo per un chiaro complotto di palazzo, oltre che per le nostre pecche. Dopo 23 anni la storia rende giustizia a quella Salernitana ed al drammatico epilogo di quella stagione. Dopo 23 anni la storia restituisce con gli interessi una salvezza che ha del miracoloso, se solo si pensa che al 16 aprile scorso, la squadra granata aveva un -12 punti dalla quartultima. Siamo salvi grazie al pari conquistato dal Venezia contro il Cagliari? Verissimo. Ma così come l’Udinese è scesa in campo “giustamente” con la stessa tensione agonistica di una finale di Champions League, così il Venezia ha onorato il suo campionato. Tutto torna. E tornano anche i conti di una squadra – costruita in 20 giorni nel mercato di gennaio – che contro ogni pronostico (lo ricordate il 93%?) ha saputo scrivere una delle pagine più affascinanti degli ultimi 50 anni di calcio italiano. Occorre dire grazie al presidente Iervolino ed alla sua idea meravigliosa di fare calcio a Salerno. Grazie al mister Davide Nicola per aver plasmato un gruppo di guerrieri. Grazie ai calciatori che sono scesi in campo ed hanno costruito sul campo l’impresa. E grazie ad un signore del calcio italiana, all’anagrafe Walter Sabatini, capace di portare a Salerno calciatori veri che hanno saputo ricambiare la fiducia con una salvezza che ha dell’epico. Cosa dire ancora? Che i tifosi anche stasera hanno primeggiato, con una scenografia da Oscar. L’ennesima targata Gigi Pacifico, un capolavoro che solo a mente fredda tutti riusciremo a capire fino in fondo. Due capolavori insomma. Il sogno continuA.

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