di Giuseppe Barbato

Il calcio di oggi muta a grandissime velocità e nel giro di pochi anni un contributo tattico originale può invecchiare di colpo e diventare obsoleto. Stare al passo di queste trasformazioni è difficile per gli addetti ai lavori, figuriamoci per gli appassionati. Quindi se da un lato il gioco resta sempre lo stesso dall’altro si riempie di elementi che lo rendono più complesso e difficile. Ragion per cui è necessario un grande lavoro per rendere chiare tutti questi passaggi. Una delle novità principali di questi anni è costituita dalle cosiddette ‘statistiche avanzate’: si tratta di una serie di indicatori numerici che sono utili a comprendere l’andamento delle squadre e dei giocatori. L’aumentare della sua importanza ne ha anche aumentato la diffusione, diventando di uso comune. Queste statistiche dicono molto anche del campionato della Salernitana e della corsa salvezza: per capirne di più e tracciare un profilo della situazione abbiamo chiesto un aiuto al data analyst Alberto Lauciello che nelle scorse settimane sul proprio profilo Twitter ha descritto, con un lungo thread, la situazione delle squadre in corsa per la salvezza (sul suo profilo, @lauce44, potete trovate anche altre analisi). Con lui abbiamo approfondito alcuni punti:

Partiamo da una premessa di metodo: perché è importante lavorare con le statistiche avanzate e quali sono gli indicatori che hai utilizzato per studiare la corsa salvezza?

I dati hanno una grande qualità: permettono di vedere il trend di una squadra, quindi vanno oltre la singola partita nella quale la componente di casualità è più alta. Il campionato, rispetto a una competizione più breve e incentrata sulla partita secca è meno episodica e si incentra più sulla prestazione. Ricordo anche che uno dei primi allenatori italiani a parlare esplicitamente dell’importanza dei dati per analizzare l’andamento delle partite fu proprio Davide Nicola in un’intervista a “L’Ultimo Uomo” (risale all’epoca di Crotone n.d.a.). Per la mia analisi ho preso tre indicatori: la differenza tra i gol attesi, realizzati e subiti, senza considerare i rigori (NPxG); il PPDA e il field tilt. Specifico che ogni grafico tiene conto dei cambi di allenatore ed è elaborato con lo strumento statistico della media mobile.

Grafico che mostra l’andamento del differenziale tra gli expected goals a favore e contro, senza considerare i rigori (npxGD)

Restiamo sugli ultimi due indicatori: puoi spiegarci cosa sono e cosa possono dirci dell’andamento delle squadre?

Intanto spiego anche l’utilità degli expected goals: misurano la qualità dei tiri in base a diverse variabili (posizione di tiro, angolo di tiro, etc.) che cambiano a seconda del modello utilizzato. Sommandole per ciascun giocatore/squadra si ha un’indicazione di quanti goal in media avrebbe dovuto segnare. Il PPDA invece misura l’intensità del pressing e si calcola facendo il rapporto tra il numeri di passaggi concessi al di fuori della 3/4 difensiva e il numero di azioni interrotte da un intervento difensivo. Più è basso, maggiore è l’aggressività. Nella nostra Serie A le squadre della scuola Gasperini (Atalanta, Torino e Verona) sono quelle con un indice PPDA molto basso ma fanno scuola a sé. In generale il PPDA delle squadre in lotta per la salvezza è più alto, con la sola eccezione del Genoa della gestione Blessin. In realtà non esiste un numero giusto del PPDA perché esso dipende molto dal tipo di gioco che puoi fare e dall’avversaria che hai davanti. Faccio un esempio: se tu affronti una squadra che tende a verticalizzare velocemente, come può essere la Salernitana stessa (o ancora il Genoa, l’Empoli, etc.) il tuo PPDA risultante sarà più basso. Il field tilt è un numero che permette di valutare l’efficienza del tuo possesso e si misura calcolando il possesso palla nell’ultimo terzo di campo, cioè quello più vicino alla porta avversaria. Si parametra su quella zona di campo perché è lì che si svolgono le azioni più pericolose.

Grafico che mostra l’andamento del PPDA

Riguardo la Salernitana, soprattutto dall’avvento di Nicola, cosa emerge di interessante?

Il PPDA della Salernitana, prima dell’avvento di Nicola, era altissimo, con picchi anche superiori a 30 (numero alto pure per una squadra di bassa classifica). Se fosse per Nicola, come dichiarato in una precedente intervista, le sue squadre aggredirebbero sempre molto alte ma ciò non è sempre possibile: dipende dal materiale che hai e da chi hai davanti. Anche perché la Salernitana è una squadra che ha dei centrali molto fisici ma che faticano quando hanno molto campo da coprire in velocità. Sicuramente c’è stato un aumento dell’intensità del pressing, perché il PPDA è diminuito sensibilmente, ma l’efficienza del pressing non è migliorata com’era lecito aspettarsi. Infatti la percentuale di passaggi completati concessi alle avversarie si mantiene su un livello simile a quello dei suoi predecessori. 

Grafico che mostra l’efficacia del pressing effettuato, considerando la percentuale di passaggi completati dall’avversario al di fuori della 3/4 difensiva e il PPDA. (Il cono mostra la variazione tra la gestione Nicola, rappresentata col logo della Salernitana, e le due precedenti n.d.a.)

Per quanto riguarda il field tilt la percentuale a inizio stagione era molto bassa ma dipendeva anche da una precisa scelta di Castori che ha proseguito sul solco della scorsa stagione, anche alla luce del mercato estivo. La ritengo una scelta comprensibile: il bravo allenatore è quello che sa adattarsi al materiale che ha. Da quando è arrivato Nicola il field tilt si è cresciuto circa costantemente. Sottolineo una cosa: il dato va sempre incrociato con il test visivo e l’osservazione della partita. Faccio un esempio: il field tilt della partita con la Sampdoria è stato molto basso ma ciò è dipeso dall’andamento della partita che ha portato la Salernitana a un piano di gestione e attesa. C’è da sottolineare un aspetto: la partita contro l’Inter inflaziona in negativo tutti i dati.

Grafico che mostra l’andamento del field tilt

Questa tua analisi è antecedente alla partita che la Salernitana ha vinto al Ferraris, eppure tu avevi inserito la Sampdoria che adesso è decisamente coinvolta nella lotta per non retrocedere (Alberto ha aggiornato i grafici all’ultimo turno, in esclusiva per SalernitanaLive n.d.a.). Come mai? Cos’aveva di particolare?

Ho incluso la Samp per matematica, potevo includere anche lo Spezia ma non l’ho fatto: un po’ per non sovraccaricare i grafici di dati e renderli poco chiari, un po’ per il vantaggio in classifica difficile da colmare. Torno sulla Sampdoria: sulla carta ha l’organico migliore delle squadre sul fondo e tutte le carte per uscirne, eppure fa fatica da un anno alternando fortune e sfortune. A livello di prestazione ha fatto un filo meglio rispetto ai risultati raccolti e non ha avuto quel miglioramento che ci si attendeva con la venuta di Giampaolo. Inoltre la Samp è troppo “Candreva-dipendente”. Personalmente lo reputo un ottimo calciatore e colgo l’occasione per sfatare un mito, nato soprattutto tra gli interisti, cioè quello che sia un cattivo crossatore. Guardando i dati si capisce come sia uno dei migliori del campionato. La classifica li avvantaggia ma non starei troppo tranquillo fossi in loro. Guardando le altre della parte destra segnalo l’Udinese che fino a mercoledì ha avuto, almeno nelle ultime settimane, un rendimento da Europa League. 

Grafico che mostra le performance delle singole squadre combinando i dati dei npxG, sia a favore sia contro, sui 90 minuti di tutta la Serie A. (Si noti la progressione, anche se piccola, della Salernitana nelle ultime settimane che la colloca sullo stesso livello delle sue concorrenti n.d.a.)

Concludiamo con la domanda più difficile: la Salernitana ha chance di salvarsi?

La Salernitana nelle ultime settimane è rientrata nel range delle sue avversarie e ha i numeri per giocarsela, tuttavia la salvezza resta molto difficile perché il distacco è ancora importante e anche il Cagliari, che nelle ultime settimane ha avuto un preoccupante calo, domenica ha dato una lezione di calcio al Sassuolo. Finora con Nicola la Salernitana ha raccolto quello che meritava, a parte la partita col Bologna dove il predominio del gioco fu netto, e ha avuto un calendario molto difficile, per esempio affrontando squadre come Sassuolo, Juventus ed Inter nel loro momento migliore. Concludo segnalando una cosa: il cambio di marcia della Salernitana non è iniziato con Nicola ma nelle ultime due partite della gestione Colantuono. Nicola è stato bravo a proseguire su quella strada, apportando ulteriori migliorie.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui