E’ un conto alla rovescia, un count down senza sentenza di appello. Vietato sbagliare, vietato per i cuori deboli. Si accettano scommesse “a perdere”, forti di quel 7% custodito gelosamente dal direttore Sabatini nei suoi sogni più proibiti. Salerno e la Salernitana si preparano in simbiosi a vivere 14 finali di Champions League con l’affanno di chi è chiamato dalla storia a fare l’impresa del secolo. Un secolo granata dalle tante tonalità e sfaccettature, intriso di polvere e gloria, ma nostro. Maledettamente nostro. Nella gioia e nel dolore. E noi di dolori ne abbiamo abbastanza. Ora vogliamo gioire, ora vogliamo voltare pagina e lasciarci alle spalle anni bui, fatti di offese e millantato credito. Ci siamo in A e ci vogliamo restare. Consci del nostro valore, della nostra essenza, del nostro credo d’amore. Davanti a noi 14 finalissime, da giocare con il sangue agli occhi. Lo sa meglio di tutti noi il “soldato” Davide Nicola, uomo temprato con la fatica ed il sudore, a cui tutta Salerno chiede il miracolo. Lui non è santo in terra, ma di miracoli se ne può parlare. A patto che tutti siano dalla stessa parte, remando sincroni, senza prendere fiato e buttando via anche l’ultima esecrabile stortura di un recente passato che ha maciullato dignità e rispetto nel tritacarne dell’arroganza. Ci siamo in A e ci vogliamo restare, anche a costo di rimetterci il fegato. Se c’è da lottare e soffrire chiamateci pure, risponderemo “presenti”. Perchè noi siamo quelli del Vestuti, quelli delle transenne che ondeggiavano pericolosamente quando le cose andavano maluccio. E siamo sempre quelli dell’Arechi, dove il fattore campo diventa carne e “azzanna” le paure dell’avversario. Comunque vada, noi siamo sempre qua. Sappiatelo. E ora basta chiacchiere e “macte animo” Salernitana!!!

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