Sarà perchè provoca ancora “mal di pancia”. Sarà perchè quando si è a libro paga… Sarà perchè a lavare la testa all’asino si perde l’acqua ed il sapone. Fatto sta che ogni qualvolta Delio Rossi mette piede a Salerno, spuntano i “conigli” da tastiera che pur di difendere a spada tratta quelli che negli ultimi anni hanno deriso e preso in giro la storia della nostra Salernitana, cercano di demolire un monumento. Invano ovviamente.
Chi è il profeta? Istruzioni per chi non lo conosce
Al netto di quelle che sono le legittime critiche sull’operato di un allenatore – con i suoi alti e bassi lungo la carriera professionale – è utile ricordare a coloro i quali hanno memoria corta come Delio Rossi abbia rappresentato un’autentica svolta non solo tecnica nella storia recente della Salernitana, ma anche nel rapporto tra squadra e tifoseria. E’ utile ricordare come, al termine di gare il cui risultato era anche negativo, la curva sud, guidata dai “veri ultras”, invocasse il nome di Delio e dei suoi leoni. Il profeta aveva fatto il miracolo: non più fischi o applausi a seconda del risultato, ma ovazione per l’impegno, la qualità e le emozioni regalate durante i 90 minuti.
Il negazionismo a pagamento: ecco il male di Salerno
I negazionisti del più bel calcio visto a Salerno negli ultimi 50 anni sono ancora presenti. Ma sono pochi, per fortuna. Si possono riconoscere anche a distanza. Scrivono sui social, “scivolando” sulla loro stessa saliva pur di elogiare il dirigente o il calciatore di turno. Sparano contro la storia della squadra granata, anche se ne conoscono solo alcune “pillole” che vengono loro fornite da qualche “smemorato”. E ancora negano, anche il colore del cielo, pur di salvaguardare le posizioni raggiunte da questo o da quel personaggio. Insomma, una pietà assoluta. Ma poco interessa. I numeri, le emozioni, i sogni vissuti ad occhi aperti sono nei libri di storia. Quelli ovviamente con la “S” maiuscola.