Al triplice fischio del direttore di gara, che ha scritto la parola fine al match tra Salernitana e Cagliari, è partito repentino e virulento il partito del fango a tutti i costi. Ecco perchè proprio in un frangente simile, le parole ci vengono dal cuore e soprattutto in modo spontaneo. Fischiare questa squadra al termine dei quasi 100 di gioco è legittimo, sacrosanto, indiscutibile. Viene dal cuore, viene da quel sentimento mortificato da un non gioco e soprattutto da una “non anima” mostrata in campo, al netto di qualche eccezione. Ma fischiare per partito preso, invocare complotti societari per retrocedere, inveire contro società e dirigenza solo per il gusto di gridare – come faceva il grande Bartali (lui si che poteva permetterselo) – “l’è tutto fa rifare”, mi appare decisamente provinciale e fuori luogo. In primis perchè c’è un campionato tutto da giocare, c’è una categoria da difendere, c’è un’immagine da tutelare, ci sono anni di mortificazioni da vendicare. Detto questo, mettiamo le carte in tavola e siamo realisti. In questo momento, la squadra non c’è e meritiamo la classifica che abbiamo. Le colpe? I responsabili? Tutti e nessuno, in primis quelli che scendono in campo quando non sudano la maglia e sembrano quasi indispettiti per essere tra gli 11. Ma non esoneriamo da responsabilità il diesse, l’ex tecnico Sousa ed anche la società, ognuno per quota parte. Se però l’obiettivo resta quello di difendere maglia e categoria, allora esiste una sola strada: quella del sostegno incondizionato. Lasciamo perdere interviste, social, proclami di classifiche migliori e ricordiamoci quando – al primo anno di A – con la squadra beffeggiata in ogni campo d’Italia per la vergogna del trust e di chi ci ha condotti ad un passo dalla cancellazione dal calcio professionistico – cantavamo oltre il 90° su ogni campo, come se non ci fosse un domani. Ecco, vorrei risentire quel clima. Quello del 7%, ricordate? Bando alla ciance ed alle discussioni, alle polemiche ed ai veleni (ah, giusto per onor di cronaca, quel Dia su cui in tanti hanno sputato veleni, oggi ne ha buttato dentro due, tra cui un rigore a tempo scaduto pesante come l’Everest. Ma se non voleva restare a Salerno, lo avrebbe calciato?) che ammalano tutto l’ambiente. Compattiamoci e andiamo avanti, abbiamo un’unica direzione da seguire!

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