Curva Sud Siberiano, un nome che a qualcuno potrebbe anche non dire nulla. Ma per chi mastica di mondo ultras e di tifoserie in genere, basta e avanza per far accapponare la pelle. Non tanto per quelle che sono le attuali “performances” delle gradinate dello stadio Arechi (mortificate non solo dal calo fisiologico nazionale delle presenze ai campi, ma anche dall’atteggiamento “ostile” di chi invece dovrebbe incentivare l’accesso alla partita) ma sopratutto per quello che è stato. Un passato che ancora oggi emoziona.
Le radici dei Panthers
Quando, nel settembre 1975, l’allora lanciacori della curva Sud dello stadio Vestuti Adolfo Gravagnuolo decise, insieme al gruppo dei Panthers, di introdurre nel catino infernale di piazza Casalbore il primo striscione ultras, in pochi pensavano che nel giro di pochissimo tempo, gli ultras della Salernitana si sarebbero fatti sentire in tutta Italia. Erano scenografie ancora “primitive” con l’uso quasi esclusivo di fumogeni e striscioni. Le composizioni in hd a cui Gigi Pacifico ci ha abituati in questi anni non esistevano ancora.
Il passaggio epocale all’Arechi e la nascita del mito
Dal Vestuti all’Arechi il passo è stato tanto breve quanto profondo. Le nuove gradinate dell’impianto di via Allende hanno consentito, anche grazie al doppio anello, di gestire tecnicamente le scenografie da organizzare. E così, guidati dai Granata South Force di Ciccio Rocco e Carmine il Siberiano, la Sud dell’Arechi ha iniziato a dettare legge in Italia, diventando – senza alcuna presunzione – la più bella e calorosa curva nazionale.
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