L’allenatore della Salernitana Paulo Sousa è intervenuto in conferenza stampa per commentare il pareggio ottenuto dalla sua squadra contro la Roma per 2-2:

Mourinho ha parlato di partita giocata come una finale di Champions. Perché sono usciti Candreva e Pirola? Problemi fisici?
“Pirola e Norbert sì, Candreva no. Su José, sono due anni che lavora qui, per consolidare la mentalità non posso andare a pensare di giocare qualsiasi partita abbassando il livello di attenzione, voglio creare una cultura vincente e non c’è niente di meglio di competere con le squadre migliori in uno stadio pieno, niente di meglio per poter accrescere la nostra mentalità vincente in un contesto come quello che è stato oggi”.

C’è da rivedere la fase difensiva sulle palle inattive. C’è un pizzico di rimpianto per questo?
“Voglio ricordare che la Roma dallo scorso anno è la squadra che fa più gol dalle palle inattive, perché ha battitori straordinari ma anche giocatori aggressivi, non è facile difendere e lo abbiamo fatto alla grande. I gol sono stati su seconde palle, carambole, loro sono molto determinati, dobbiamo dare loro meriti e anche ai miei, siamo più bassi, è la seconda partita che difendiamo a zona. Loro durante tutta la partita hanno aumentato l’altezza con i cambi, i nostri non lo permettevano. Da questo punto di vista, penso che bisogna parlare della parte positiva”.

Sembra che servirebbe un altro mezzo campionato a questa squadra per sbocciare. Qual è il giusto equilibrio? Come si fa a costruire trattenendo giocatori che sono in vetrina?
“Ci penso sempre ad aiutarli a crescere. È sulla crescita del modello di gioco che crescono i giocatori, perché hanno un’idea e crescono individualmente. Coulibaly sta diventando un giocatore importante di costruzione, non per il passaggio di oggi, ma per la velocità che dà al gioco coi passaggi. Stanno crescendo anche altri. Non penso alla loro partenza, ma alla loro crescita e al margine che abbiamo noi. Nelle difficoltà, in trasferta, serve essere più capaci di mantenere il possesso palla. Non abbiamo sofferto sul blocco basso, ma possiamo controllare meglio il gioco ed è una cosa in cui dobbiamo crescere”.

Cosa è accaduto nella rissa? Un commento alla penalizzazione alla Juventus?
“Credo che c’erano due squadre che hanno voluto vincere, c’era un momento in cui potevamo fare una transizione importante, Zalewski ha fatto un brutto fallo ma era l’unico modo di fermare Dia. Fortunatamente non è successo nulla e i due si sono abbracciati, ci sono momenti emotivi e c’è la comprensione del lavoro settimanale, è il bello del calcio. Sulla Juve? Abbiamo fatto una grande partita”.

Quanto manca per trasformare tutti questi pareggi in qualche vittoria in più?
“Come abbiamo pareggiato con l’Inter potevamo perdere. Tutte le altre pareggiate potevamo vincerle, avendo creato più delle avversarie. Con un pizzico in più di determinazione potevamo avere più punti. Poi sì, c’è potenziale, ma servono infrastrutture, dipartimenti professionali. Voi pensate solo ai giocatori, ma serve avere tutta la base. Bisogna pensare a un’idea di gioco per poter costruire con stabilità qualcosa di solido. A mio modo cerco di aiutare non solo in campo, ma anche tutti i dipartimenti, per poter potenziare il futuro breve”.

Quanto è stato importante entrare nel cervello di questa squadra?
“Per potenziare qualsiasi progetto conta l’importanza della città e di una tifoseria, e l’abbiamo visto oggi. Quello che ho chiesto ai ragazzi era conquistare la tifoseria per creare una chimica. Le partite che ho visto della Salernitana prima di diventare allenatore hanno visto la tifoseria sempre presente e questo è un valore aggiunto per qualsiasi squadra. Serve controllo emozionale, con una comunicazione stabile, dobbiamo educarci ed educare per potenziare un futuro di successo”.

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