Di Giovanni Di Domenico

Intervistato dal Corriere dello Sport, il capitano granata Francesco Di Tacchio ha ripercorso il momento del soccorso a Patryk Dziczek quando, insieme all’attaccante dell’Ascoli Vittorio Parigini, si è precipitato verso il compagno: “Mentre Patryk rincorreva un avversario all’improvviso non è riuscito a cambiare direzione. Ha provato a rialzarsi, ma quando l’ho visto a terra sono corso verso di lui e gli ho subito messo le dita in bocca per tirargli la lingua. Stessa scena di settembre, allora, dopo un lancio, si accasciò restando in ginocchio e tutti pensammo che si fosse fatto male. Sabato ho capito subito la gravità della situazione. Bisogna fare i complimenti al medico dell’Ascoli, Serafino Salvi, a Vittorio Parigini, al dr D’Arrigo, ad Angelo Mascolo, nostro fisioterapista, a medico e operatori sanitari dell’ambulanza sul campo. Bravi tutti. La vita è una linea sottile. Ringrazio Dio per avermi dato la forza di precipitarmi da Patryk, allargargli la bocca e tiragli la lingua. Non mi era mai capitato, è stato l’istinto a guidarmi. Ma ho avuto una mano dal cielo. Spesso diciamo che bisogna rialzarsi quando si cade. Ecco, osservando Patryk in quegli attimi ho visto lo spirito di un uomo che non voleva arrendersi, che avrebbe voluto rincorrere l’avversario. Una scena che è stata una lezione di vita, non la dimenticherò mai”.

Di Tacchio ha poi proseguito: “Spero che Patryk riesca a risolvere il problema. Il calcio è importante, ma la vita viene prima. Deve andare a fondo. Mentre tornavamo in pullman da Ascoli gli abbiamo fatto una videochiamata. Lo aspettiamo. Quello che più mi ha fatto emozionare è averlo visto piangere quando ha ripreso conoscenza. Speriamo che sia una cosa risolvibile, lui ama giocare a calcio”.

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