Siamo alla vigilia del campionato di Serie A 2021-22. La Salernitana è di nuovo ai nastri di partenza del massimo campionato italiano dopo ventitré anni di assenza. Sarà un’avventura affascinante e piena di insidie. La nuova stagione sarà un modo per conoscere le piazze principali del calcio italiano e per confrontarsi con realtà abituate a calcare questi palcoscenici. Anche noi della redazione di Salernitanalive vogliamo intraprendere questo lungo viaggio in giro per l’Italia calcistica confrontandoci con i colleghi delle altre società. Per la prima di campionato abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Alessandro Mossini, giornalista e radiocronista del Bologna FC. Di seguito la nostra chiacchierata con lui:

Partiamo dallo scorso maggio, come è andata l’ultima stagione del Bologna rispetto alle aspettative iniziali?
“La stagione scorsa sommariamente è stata abbastanza deludente. O meglio, è stato deludente soprattutto il finale. Il Bologna alla fine è una di quelle squadre che non ha mai rischiato veramente di finire nel calderone della retrocessione, però, poi è finito al 12° posto e soprattutto ha finito con 41 punti, con alcuni record negativi durante l’anno e con tante sconfitte. Un finale dove praticamente il Bologna, da aprile non ha più vinto una partita. Quindi il Bologna ha chiuso veramente con il freno a mano tirato. È stato un campionato tutto sommato abbastanza deludente. Molto deludente no, perché non ha mai rischiato di finire davvero tra quelle che rischiavano la retrocessione. Penso che durante l’anno sia sempre stato a distanza di sicurezza, però è stato un campionato praticamente senza sussulti. Basti pensare che in tutto l’anno l’unica vittoria su una grande è stato un 2-0 in casa contro la Lazio. È stato un campionato avaro di sussulti ecco”.

Come valuti il calciomercato fino ad ora?
“È stato sicuramente Arnautovic il nome che più di ogni altro ha contraddistinto il mercato del Bologna. Un po’ perché sostanzialmente lo hanno cercato già da gennaio dello scorso anno; un po’ perché la trattativa è stata lunga e complessa con la squadra cinese dello Shanghai SIPG. Alla fine, il giocatore è arrivato e c’è stato un notevolissimo entusiasmo perché le scene di via Indipendenza, nel centro di Bologna, con circa 500 persone ad accogliere il giocatore è chiaro che sono scene di notevole entusiasmo per lui. Al di là di questo il mercato del Bologna è stato bloccato come quello di tante altre squadre. Il Bologna ha perso alcuni giocatori chiave che erano dei senatori, anche se ovviamente erano in là con gli anni. Parlo di Palacio, che è stato sostituito da Arnautovic, e parlo di Danilo che per ora è stato sostituito da Bonifazi, il quale almeno in questo inizio di stagione non ha convinto molto. È chiaro che è presto per giudicarlo, è un giocatore abituato a giocare a 3 e non a 4 come difende il Bologna, però diciamo che le prime recite della coppia Bonifazi-Soumaoro sono state abbastanza carenti, tant’è che pare domani contro la Salernitana giocheranno Medel e Bonifazi, quindi giocherà solo uno dei due”.

Com’è il rapporto tra società del Bologna e i tifosi?
“Devo dire che è abbastanza spaccata la situazione, nel senso che c’è una consistente parte dei tifosi che, soprattutto perché siamo al settimo anno di questa proprietà che si era presentata con un altro tipo di appeal, non è particolarmente soddisfatta. Devo dire che uscire subito così dalla Coppa Italia per mano della Ternana, prendendo 5 gol nei primi 55 minuti, è chiaro che non ha aiutato gli umori all’inizio di una stagione che per molti doveva essere un po’ quella del riscatto, di un salto di qualità che in realtà il Bologna in questi anni non ha praticamente mai fatto. Quindi, c’è una parte di tifoseria che comunque continua, forse anche per eccessiva riconoscenza, a non lamentarsi, ma c’è una corposa parte che comincia ad essere un po’ scocciata da quello che è un andazzo veramente privo di sussulti, privo di soddisfazioni. Il Bologna è già al settimo anno di A con l’attuale gestione e non è mai andato oltre i 47 punti, non è mai andato oltre il 10° posto, tra l’altro un 10° posto che arrivò casualmente quando fu chiamato Mihajlovic, ma in quella stagione il Bologna rischiò moltissimo di retrocedere nella gestione di Filippo Inzaghi”.

Qual è la posizione degli ultras Bologna rispetto al Covid e alla riapertura parziale degli stadi?
“Sostanzialmente gli ultras stanno fuori. Hanno fatto un comunicato per dire che finché non si potrà tornare al calcio “vero”, cioè con le capienze al 100% e anche con la possibilità di portare all’interno dello stadio striscioni, tamburi e oggetti vari, loro non ci saranno. Il senso è, o tutti o nessuno. Quindi per ora, a livello di gruppi organizzati, rimangono fuori. Sulla falsariga di quello che fanno molti altri gruppi ultras d’Italia”.

L’assenza degli ultras può influire sul fattore casa per le squadre di Serie A e in particolare per le piazze più calde?
“Si, sicuramente questo incide. Ci sono squadre che il fattore campo ce l’hanno con la F e la C maiuscole. È chiaro che la gente non appartenente a gruppi organizzati entra lo stesso allo stadio, soprattutto dopo due anni in cui non si è potuti andare, e tiferà con tutto sé stesso. Poi è evidente che non avere una sorta di coordinamento può incidere. Per tutti”.

Un giudizio sul Bologna 2021-22 e quali ambizioni può avere?
“Credo che un po’ dipenderà anche da come chiuderanno i lavori negli ultimi giorni di mercato. Mi sembra di vedere un campionato molto particolare, nel senso che mi sembra di vedere un campionato dove dietro le prime sette c’è un gorgo nel quale veramente si possono infilare un po’ tutte. Mi sembra che il Sassuolo, ad esempio, abbia perso qualche pezzo importante. Credo che vedremo una Fiorentina un po’ più performante dell’anno scorso, se non venderà Vlahovic. Il Bologna secondo me è grosso modo la squadra dell’anno scorso con qualcosa in più probabilmente davanti e con qualcosa da risistemare sicuramente negli ultimi giorni di mercato dietro. Mi sembra una di quelle squadre da centro-classifica. Il sogno del Bologna è stare stabilmente a sinistra. Ecco, il Bologna adesso non so se riuscirà a stare stabilmente a sinistra. In teoria, per quello che si è visto finora, dovrebbe essere una squadra che si piazza lontano da eventuali rischi retrocessione”.

Mihajlovic è l’uomo giusto per il salto di qualità?
“Secondo me lo è se ritrova lo spirito e l’entusiasmo che aveva quando è arrivato, e che forse questi anni di globale mediocrità gli hanno un po’ spento. Anche quest’estate lui, pur avendo un contratto di altri due anni col Bologna, è rimasto un po’ sulla porta per vedere se arrivavano offerte un po’ più stimolanti perché in questo momento, almeno credo in parte a suo giudizio, allenare il Bologna non è esattamente l’avventura più stimolante del mondo. Cioè lui avrebbe voluto qualcosa di più interessante a livello di classifica. Quindi se ritrova quell’entusiasmo, sì, è l’uomo giusto. Se quell’entusiasmo l’ha perso rischia di essere l’uomo sbagliato. Continuo a pensare che tra le questioni in casa Bologna che sono complicate, Mihajlovic non sia la più complicata. Perché qui comincia a farsi un po’ largo il pensiero che Mihajlovic non sia più l’uomo giusto per gestire il Bologna. Questo è un pensiero che io ancora non ho, anche se noto che forse il mordente non è più quello di due anni fa”.

In vista di domenica che ne pensi della Salernitana?
“Sicuramente, anche se domenica mi sembra di capire che partirà dalla panchina, l’idea di portare nel gioco di Castori uno come Simy, è stata un’ottima idea, un’ottima operazione. Vedendola da fuori, l’ho detto anche in radio l’altro giorno, con tutto il rispetto, mi sembra una squadra ancora non preparata a reggere l’urto con la Serie A. Mi sembra che a livello di operazioni gli manchi ancora tanto, sia in difesa che a centrocampo. Davanti secondo me con Simy e Bonazzoli hanno fatto due colpi intelligenti. In difesa e centrocampo, secondo me, sono ancora carenti di quegli elementi che possano aiutarla ad essere una squadra che regge l’urto col salto di categoria. Però io sulla Salernitana devo sospendere il giudizio perché devo essere sincero, anche l’anno scorso non mi sembravano un gruppo pronto per essere tra le prime tre del campionato e, invece, grazie a Fabrizio Castori hanno fatto un lavorone. In questo non c’è nulla da dire. Poi alla fine Castori, che qui in Emilia-Romagna conosciamo perché è stato a Cesena e a Carpi, è un allenatore che alla fine riesce a nascondere con l’organizzazione difensiva i limiti che ha qualche singolo. Certo, vedendo in questo momento l’undici di partenza, se non ci saranno grandi innesti e riuscirà a salvare la Salernitana, sarà un grande capolavoro. Perché al momento devo dire la verità mi sembra, tra i 20 gruppi di A, quello un po’ meno attrezzato. Però mancano ancora undici giorni di mercato. Sono stato in ferie nelle vostre zone e vedevo anche i commenti, con i giornali un po’ preoccupati perché manca ancora qualcosa. L’impressione anche per me è che manchi ancora un po’ di roba per essere veramente una squadra che si gioca la salvezza”.

Come vedi la situazione societaria della Salernitana?
“Da fuori è una situazione un po’ anomala che forse incide anche sul mercato. Onestamente è da tanto tempo che si sapeva che la Salernitana di Lotito se fosse salita in A avrebbe dovuto esserci una cessione e credo che alla fine, insomma, si sia arrivati un po’ lunghi perché c’è stato il primo trust bocciato, poi con il secondo c’è stato il via libera. Vista così da fuori mi sembra una situazione abbastanza anomala e per la quale mi auspico non ci sia il classico finale all’italiana dove a un certo punto magari a dicembre non riesci a venderla e rischi di venire estromessa a metà campionato. Onestamente non credo a uno scenario del genere. Credo che alla fine piuttosto che far sta figura qui rischierebbero di fare altro. Da fuori mi sembra veramente una soluzione all’italiana e non so neanche se fa il bene della Salernitana, detta proprio sinceramente, perché credo sarebbe stato meglio per tutti partire con una nuova proprietà. La Salernitana ha fatto un campionato di testa praticamente tutto l’anno scorso e quindi era ovvio che poteva arrivare in A e probabilmente dovevi farti trovare più pronto a dare alla Salernitana una proprietà diversa. Anche per avere un mercato più scoppiettante perché con un trust non so quanta operatività sul mercato tu abbia”.

Cosa ne pensi della tifoseria salernitana?
“È una piazza come molte piazze campane; piazza calda, mi verrebbe da dire quasi caldissima. Sicuramente venire a giocare a Salerno, anche se gli ultras saranno fuori, non sarà facile per nessuno essendo un campo complesso dove venire a giocare. Quindi credo che la Salernitana se vorrà salvarsi, molto passerà anche dalle partite in casa, perché è uno di quei campi, come dicevamo prima, dove il fattore campo tende a sentirsi secondo me. Su questo è assolutamente un bene che una piazza del genere sia tornata in Serie A. Poi è chiaro, ci vuole secondo me un altro po’ di lavoro in questi undici giorni di mercato che mancano per darle una squadra che possa essere davvero competitiva per rimanere in Serie A”.

Che partita ti aspetti domani?
“Sono molto curioso perché la Salernitana, se conosco Castori, ha un suo modo di giocare abbastanza codificato. Ha due attaccanti fisici, al di là che siano poi Simy, Bonazzoli o Djuric, su cui si appoggiano, molta attenzione difensiva dietro e molta fisicità. Il Bologna viene da una scoppola pesante. Devo dire la verità la Salernitana è probabilmente in una situazione domani in cui, se per caso la partita non dovesse sbloccarsi o addirittura dovesse andare in vantaggio la Salernitana, il fattore campo rischia di diventare a favore dei granata. Perché al di là del fatto che ci sono mille tifosi quindi comunque penso si facciano sentire, ma il Bologna dopo la figuraccia in Coppa Italia se domani va sotto, io credo che lo stadio possa anche iniziare a essere un po’ agitato. Perché hai preso 5 gol con la Ternana, giochi contro una squadra che sulla carta è una di quelle dovranno battagliare tanto per salvarsi. Sbagliare un’altra partita potrebbe essere molto pericoloso per il Bologna, così come sono curioso di vedere se avrà una reazione o se magari all’inizio la paura potrebbe farla da padrona. Il Bologna è una squadra molto sfacciata, generalmente anche troppo, nel senso che è una squadra che presta molto il fianco alle ripartenze, ad esempio la squadra che abbiamo visto contro la Ternana è una squadra anche sfilacciata, cosa che domani ovviamente non può permettersi di essere”.

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