Paulo Sousa, allenatore della Salernitana, è intervenuto presso la sala stampa del centro sportivo Mary Rosy per presentare il match contro la Roma, in programma domani alle 18:30 presso lo stadio Olimpico. Di seguito tutte le dichiarazioni del tecnico granata:
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Mister, salvezza raggiunta e possibilità di parlare di futuro. Sousa può dire che resterà a Salerno?
“Io non dico mai bugie, su niente. Il contratto è molto chiaro, con la salvezza esiste già un futuro. Sto benissimo a Salerno, mi piace tantissimo la Salernitana, sono un allenatore e una persona che ama costruire e seguire un processo. Sono ambizioso, ci sarà tempo per confrontarci con il presidente che, a mio avviso, ha la mia stessa ambizione. A suo tempo pensammo esclusivamente ad accordarci sul presente per arrivare alla salvezza. Il futuro è iniziato dal mio primo giorno di lavoro, ho battuto su concetti come l’identità che fanno la differenza. Ora ci dovremo concentrare sulla scelta dei giocatori, sarà decisivo stabilire chi resta, chi va e chi arriva. Ho detto a Iervolino che abbiamo un direttore sportivo capace, bravo a far quadrare i conti e a ricercare calciatori assieme al suo staff. Ha il mio stesso realismo e questo è importante. Io ho le idee chiare. Vorrei stabilità. Questa città deve essere coinvolta ogni giorno, giornalisti compresi. Solo così si crea quella chimica che aiuta ad ottenere i risultati. Ci saranno anche momenti difficili ed è in quel momento che la stabilità emozionale di tutti può spingerci oltre le difficoltà. Iervolino ha preso un direttore sportivo giovane, ambizioso, bravo, preparato. Conta molto prendere le decisioni nel più breve tempo possibile. Poi i club non dipendono dall’allenatore, ma dal tipo di calcio che vuole proporre con la propria squadra. Altrimenti non è un progetto. E, in base alle idee, scegliere lo staff tecnico. La mia risposta è chiara, dopo la salvezza il contratto si allunga”.
Il calcio italiano propone società indebitate, club con poche disponibilità economiche, proprietà straniere non identificabili. Lei ha la convinzione che Salerno sia un’isola felice che può contare su un presidente di spessore differente?
“Non voglio fare un’analisi così negativa. Il calcio italiano, anzi, sta arrivando in alto a livello europeo e lo testimoniano Roma, Inter e Fiorentina in finale. Con tutte le problematiche che possiamo avere, ma il dato di fatto è questo. Questo sport mi ha dato un equilibrio economico ed emozionale, quando vedo un presidente come il nostro che sborsa i soldi di tasca sua devo avere rispetto e dare il massimo. Sempre. Il discorso è generale. Bisogna lavorare sulle strutture, sugli stadi, sui campi di allenamento. Solo così si ottengono i risultati, e rinnovo i complimenti alle tre qualificate in finale”.
A Roma spazio a chi ha giocato meno per approfondire le valutazioni sul futuro?
“Anzitutto un’analisi del nostro avversario. C’è un collega portoghese a cui faccio i complimenti, è stato il valore aggiunto per tutti gli allenatori portoghesi. Ha vinto tutte le competizioni europee, è unico al mondo sotto questo punto di vista. E sono convinto che continuerà a vincere. Ha una voglia tremenda di arrivare all’obiettivo, è super preparato, si sa adattare e ha plasmato la Roma a sua immagine e somiglianza. Lo stimo, se fai la differenza in tutti i campionati europei vuol dire che sei bravo. Non c’è altro da aggiungere. E non è vero che non hanno fase offensiva. Tutt’altro. Difendersi benissimo e ripartire è una qualità, grazie ai loro tifosi possono pressare alto e mettere in difficoltà chiunque. Noi proveremo a sfruttare gli spazi a disposizione, vogliamo creare difficoltà a chi ha fermato il Leverkusen senza subire gol per 180 minuti. L’idea della Roma è chiara. Non si basano tanto sul possesso palla e sul controllo, ma alternano cambi di velocità per arrivare il più in fretta possibile sul corridoio laterale smarcando chi si inserisce centralmente. Sono forti sui cross, sulle palle inattive, si muovono bene dopo aver riconquistato palla a metà campo. La verticalità è un fattore che sfruttano bene, è un avversario costruito con logica e che ha le idee chiare. A noi tocca essere noi stessi, con le armi che abbiamo a disposizione. Sarà bello confrontarsi con una Roma difficile da battere e super equilibrata. Percepisco, però, che la gente, i calciatori, l’ambiente ci credono. E tanto. La vera vittoria è questa: il fatto che ciascuna componente sente che la Salernitana può ottenere risultati contro chiunque. Tutti ci dicono: “Andiamo a vincere”. Vuol dire che stiamo trasmettendo a tutti la mentalità che piace a me”.
Per Paulo Sousa questa salvezza equivale a togliersi qualche sassolino dalle scarpe dopo che l’Italia le ha mostrato poca attenzione?
“Non è semplice prendere decisioni, a volte vuoi aprire porte che sono completamente serrate. Tra allenatore e calciatore è differente prendere decisioni. Io ho sempre cercato di scegliere contesti che potessero portare ad una crescita umana e professionale. Ovunque posso lavorare sono felice. Quando ho scelto di fare questo mestiere mi piaceva tanto l’idea di aiutare gli atleti a crescere. Ogni squadra è una micro società in cui tutti devono coesistere, il rapporto umano è quello che fa sempre la differenza e che va oltre i dettami tecnico-tattici. Oggi credo di essere un tecnico e un uomo più pronto, riesco a godermi fino in fondo questa professione e lo reputo un passo in avanti per proseguire nella mia carriera”.
Come ha trovato la squadra dopo la notizia della salvezza matematica?
“So che devo incidere su tutti. Non solo sui calciatori. E’ una questione di identità e mentalità. Ci siamo allenati bene, come sempre. Anzitutto abbiamo studiato l’avversario guardando video. Poi ho fatto i complimenti ai calciatori per tutto quello che hanno fatto durante la stagione, compreso il periodo di gestione Nicola. Noi abbiamo la fortuna di essere in una scuola di vita straordinaria che è il calcio, ogni giorno c’è una sfida diversa da vincere. Tocca a noi avere la voglia di migliorarci ogni giorno, la mentalità vincente si costruisce anche in questo momento che siamo aritmeticamente salvi. Ogni essere umano è diverso, so che la maggior parte del gruppo è in una direzione giusta e chi è in leggero ritardo deve adattarsi, altrimenti andrà da un’altra parte”.
Come si convincono i giocatori richiesti sul mercato a restare a Salerno?
“Bisognerà prendere decisioni anche in base alle indicazioni economiche del presidente. Anche nelle squadre top si vendono determinati giocatori di un certo spessore e credo che succederà pure a Salerno. Ma parto da una base diversa rispetto a quella di Nicola. In questi mesi Iervolino ha dovuto rifare tutto, oggi invece ci sono dei punti di partenza che ci aiutano a lavorare meglio. Valuteremo il futuro dei calciatori in prestito. Già dalla prossima settimana spero di sedermi attorno ad un tavolo col presidente e col direttore sportivo per avere le idee chiare”.
Qual è stato il momento più bello di questa esperienza?
“Percepire la crescita quotidiana dei calciatori, la loro voglia di competere contro qualunque avversario sia in casa, sia in trasferta. Non c’è una partita in particolare che ha determinato. In alcuni momenti siamo stati fortissimi, in altri siamo calati. Siamo riusciti a conquistare il nostro pubblico, dopo la partita contro la Lazio ho detto sempre che la chimica con i tifosi è fondamentale. Per la crescita della Salernitana e della società non possiamo prescindere da questa gente straordinaria. Non sempre otterremo dieci risultati utili di fila, sarà in quei momenti di difficoltà in cui spingeranno e faranno la differenza. Tutti vogliono vivere emozioni, faremo di tutto per renderli felici. Il tifoso non è uno spettatore, ma parte integrante del lavoro di ogni giorno. E io voglio emozionarmi assieme a loro”.