di Enzo Senatore

Udinese (3-5-2): Silvestri; Becao, Pablo Marì, Perez; Soppy (69′ Zeegelaar), Arslan (57′ Makengo), Jajalo (57′ Walace), Samardzic, Udogie; Deulofeu, Pussetto (65′ Success). A disposizione: Padelli, Gasparini, Benlovic, Nuytinck, Nestorovski. All.: Cioffi

Salernitana (3-5-2): Sepe; Gyomber, Radovanovic, Fazio; Zortea, Ederson, Coulibaly (71′ Kastanos), Bohinen, Ranieri; Bonazzoli (87′ Verdi), Ribery (71′ Mikael). A disposizione: Belec, Dragusin, Jaroszynski, Delli Carri, Veseli, Di Tacchio, Capezzi, Perotti, Vergani. All.: Nicola

Arbitro: Sozza

Marcatori: 90+3′ Verdi (Salernitana)

Ammoniti: Jajalo, Pablo Mari, Deulofeu (U), Ederson, Bohinen, Kastanos, Ranieri, Verdi (S)

Vincere così, con un contropiede vecchio stile al 90′, è roba da cinema. Diceva un grande tifoso granata del passato che solo nel libro dei sogni c’è scritto il destino di una squadra. Ma quel gol di Verdi somiglia molto al riscatto di una stagione disgraziata, alla Mano di Dio (quello del calcio, s’intende) che cambia le sorti di un popolo, a uno di quei segnali che nella vita si manifestano solo quando il vento soffia forte a poppa. Eppure quella di stasera è stata una partita tosta, con l’Udinese che non ha regalato un centimetro e Deulofeu che, avesse giocato sempre così, sarebbe ancora al Barcellona invece di calcare il terreno della pur rispettabilissima Dacia Arena. I bianconeri di Cioffi, contrariamente a quanto fatto dal Sassuolo a Cagliari, hanno provato in tutti i modi a vincerla. Agevolati, diciamolo, anche dall’atteggiamento tattico della Salernitana che, pur senza Djuric, non ha modificato il suo consueto spartito tattico. Lancio lungo di Sepe e palla che, ovviamente, tornava sempre indietro. Consentendo così ai padroni di casa di gestire il possesso palla e creare pericoli. Che, soprattutto nella prima parte, sono arrivati dalle corsie esterne dove, quando Zortea da una parte e Ranieri dall’altra erano uno contro uno, si è ballato il tango. Ma la Salernitana di oggi non è quella di inizio stagione e nemmeno quella delle prime uscite di Davide Nicola in panchina. Con la difesa a tre e Radovanovic centrale, uno che nella stessa posizione l’anno scorso ha portato per mano il Genoa fuori dall’inferno, i granata hanno risolto in un colpo solo il problema dei cross che, puntualmente, finivano sulla testa dell’attaccante bravo a infilarsi in mezzo ai due centrali dello schieramento a quattro. Mettiamoci anche la fisionomia ormai definitiva del centrocampo, dove Ederson e Lassana fanno lega e ricami e Bohinen ogni settimana che passa diventa sempre più decisivo con la sua classe e la sua visione di gioco. Posto che non era tutto da buttare quello che la Salernitana aveva prima resta da vedere se adesso qualche professore di mandolino alla Pedullà e Criscitiello avrà ancora da dire che il mercato di Walter Sabatini è stato un fallimento. Roba da matti. O incompetenti. Fate voi. Oggi, e lo dimostra la gestione del secondo tempo, la Salernitana ha vinto da squadra di serie A. Riuscendo a capitalizzare l’unica grande occasione della partita. Certo, avrebbe potuto fare gol qualche minuto prima con Mikael (maledetto palo) e a fine primo tempo con Gyomber ma alla fine va bene, anzi benissimo, così. Ora non resta che invertire la rotta in casa, dove la Bersagliera in questa stagione ha vinto solo una partita. Arriva la Fiorentina alla quale, dopo gli sberleffi subiti all’andata dai suoi tifosi, sarebbe bellissimo dare una grande lezione. Sugli spalti, buttiamo lì una previsione, ci saranno almeno 25mila tifosi. E’ il momento di fare l’impresa, hai visto mai che nel libro dei sogni c’è scritto un finale finalmente fortunato per la Salernitana. 

(foto: fonte sportmediaset)

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