di Giuseppe Barbato
Le lotte perdono dei pezzi: questa è la sintesi del 33° turno, nel quale sono stati segnati 25 gol e nei quali ci sono stati dei risultati che hanno rimesso in discussione alcune gerarchie nelle corse di fine campionato. A livello di lotta scudetto solo Milan e Inter mantengono il passo, Napoli e Juventus si sganciano e forse in modo definitivo. Partiamo dagli uomini di Spalletti che nel posticipo del lunedì si fanno fermare dalla Roma e vanno a -4 dal Milan, pagando a caro prezzo l’atteggiamento conservativo del secondo tempo dopo un primo dominato. I giallo-rossi restano vivi, seppur a -5 dal quarto posto della Juve che perde una grandissima occasione pareggiando allo Stadium contro il Bologna. Al netto della contestata decisione sul contatto Soumaoro-Morata gli uomini di Allegri non hanno idee, producono un numero risibile di palle gol (0.88 xG su open play, quindi escluse le palle ferme) e raggiungono il pari solo nell’assalto disperato del recupero finale. Il Bologna sfrutta la verve di Arnautovic, in gol per la terza partita di fila, e conquista un punto con pieno merito. Resiste l’Inter che sbanca 3-1 La Spezia e attende sempre di giocare il recupero a Bologna: il match del Picco si è contraddistinto anche per il surreale siparietto di Nzola e dell’anello, concluso con la sostituzione da parte di Thiago Motta. I bianchi restano al margine della zona pericolosa ma con quelle qualità tecnico-agonistiche che non la pongono seriamente a rischio.
Nelle lotte europee l’Atalanta sembra essersi staccata del tutto, grazie alla terza sconfitta consecutiva: stavolta al Gewiss Stadium fa festa il Verona che arriva a 48, con qualche rimpianto per una corsa europea che poteva essere possibile. I bergamaschi sono arrivati a fine ciclo e questa stagione segna un punto di non ritorno: ricostruire per restare in alto o rientrare nei ranghi che aveva fino a qualche anno fa. Di contro restano in corsa Lazio e Fiorentina, a quota 56 e a un punto di distanza dalla Roma. I bianco-celesti pareggiano in extremis contro il Torino, grazie al solito Immobile, dopo una partita giocata male e che evidenzia l’enorme frattura tra la tifoseria e la società: nel mezzo una squadra che viaggia a corrente alternata e con poche individualità di livello. Di contro vola la Fiorentina che, seppur collezionando il terzo 1-0 nelle ultime cinque, domina il gioco e batte il Venezia con una grande partita di tecnica e schemi. Questa squadra è l’ennesimo capolavoro di Vincenzo Italiano, ormai un tecnico top del nostro calcio. Di contro i lagunari affondano sempre di più e non danno più nemmeno l’impressione di voler lottare.
Nella parte bassa sono diventate cinque le squadre in corsa: contribuisce la vittoria della Salernitana ma anche quella del Cagliari che, facendo leva sulle maggiori motivazioni, batte di misura il Sassuolo. La squadra di Mazzarri resta sempre in bilico ma guadagna margine e guarda al prossimo turno, con lo scontro diretto a Marassi contro il Genoa, con maggiore tranquillità. I rosso-blu di Blessin, sconfitti a San Siro dal Milan, sono quelli di sempre: aggressivi, bene organizzati ma incapaci di tirare in porta. Terza sconfitta di fila e classifica che si fa sempre più pesante. Così come quella dell’Empoli che non vince dal 10 dicembre e a Udine perde 4-1, dall’altro lato i friulani arrivano a quota 39 e sono certi della Serie A: Cioffi, dopo un primo periodo di adattamento, ha rinvigorito una squadra sfiancata da Gotti e le ha dato una nuova linfa offensiva. Lo dimostra il gol del 4-1 finale segnato da Samardzic, un talento che nel finale di stagione dopo un anno nelle retrovie potrebbe mostrare tutto il suo valore.