di Giuseppe Barbato

Ribadita la legge del più forte… o quasi: questa è la sintesi del 22° turno, nel quale sono stati segnati 29 gol e ci sono stati solo due pareggi, per giunta negli unici scontri diretti che il turno prevedeva. Il primo è il big match di giornata tra Atalanta e Inter, concluso a reti inviolate per merito dei due portieri: le due nerazzurre hanno cercato di superarsi nei 90°, totalizzando entrambe 1,5 xG (gli expected goals sono un’elaborazione statistica sui possibili gol in base ai tiri realizzati), e giocando a tutto campo con ritmi che sono merce rara nel nostro campionato. Il risultato sorride alla capolista che mantiene il primo posto ed esce indenne da un campo difficile come quello di Bergamo. L’altro pari è quello del Penzo tra Venezia ed Empoli: finisce 1-1 ed è un match a due volti. Quello del primo tempo è il dominio dell’Empoli, convalidato dal gol di Żurkowski. Quello della ripresa è la determinazione del Venezia che produce molto, trova il pari con Okereke che finalizza una pregevole azione di Nani, appena giunto in Laguna e appena subentrato in campo, ma continua a fare i conti con la scarsa precisione davanti alla porta.

Il campionato registra anche il doppio esonero genovese, con D’Aversa e Shevchenko che hanno concluso le loro esperienze. Il primo paga il crollo delle ultime settimane della Sampdoria (2 punti nelle ultime 5), messo a nudo anche dal Torino di Juric che ha ribaltato l’iniziale svantaggio con il solito match di intensità e agonismo. Soprattutto sulle corsie esterne dove Singo e Vojvoda hanno fatto la differenza. Al Genoa invece non hanno atteso la sfida di Firenze per esonerare Shevchenko: l’ex-CT ucraino, con un mandato a termine da settimane, è stato esonerato dopo la sconfitta in Coppa Italia e contro la Fiorentina in panchina si è seduto Konko, allenatore dell’Under 17 del Grifone, in attesa del tedesco Labbadia. Il risultato finale, 6-0, non è imputabile al francese ma è certamente un indicatore del pessimo stato di forma dei rosso-blu e del fatto che per puntare alla salvezza servirà molto lavoro. La Fiorentina vince e resta agganciata alle due romane, a quota 35.

La legge del più forte segna il passo nelle vittorie di Napoli, Juventus e Roma. Gli azzurri, con la doppietta di Lozano, che ritrova il gol dopo alcune settimane opache, sbancano Bologna e si avvicinano alle due milanesi. Match autoritario degli uomini di Spalletti che giocano una prima mezz’ora di altissimo livello, poi nella ripresa entrano con l’intenzione di chiudere il conto riuscendoci senza problemi. L’opposto della Juventus che batte l’Udinese con lo stesso risultato, 2-0, ma continua a fare fatica: l’immagine della serata bianco-nera è l’esultanza polemica di Dybala e le voci sul mancato rinnovo di contratto. Il campo parla di una squadra che resta in scia dei posti Champions ma continua, pure contro compagini inferiori, a vincere grazie alla superiorità tecnica, che alla lunga emerge, che non per la qualità del calcio espresso. La Roma batte di misura il Cagliari, grazie al rigore del neo-acquisto Sergio Olivera, e il risultato poteva essere più pingue: gli uomini di Mazzarri non hanno retto l’impatto dei giallorossi che hanno avuto tante occasioni per segnare sprecandole o per imprecisione o per errori di sufficienza.

I due protagonisti della settimana sono stati Antonin Barak e l’arbitro Serra. Il primo realizza una tripletta, nel 4-2 con cui l’Hellas sbanca Sassuolo. Come all’andata è stato un match vibrante, pieno di emozioni e di gol. Anche fortuiti, come il primo del giocatore ceco. Tra i nero-verdi ancora una volta si fa notare Scamacca, con una pregevole girata che lo candida ancora tra i papabili per il torneo di qualificazione mondiale di marzo. Marco Serra, in Milan-Spezia, diventa il protagonista del match con il macroscopico errore che al 90° indirizza la gara: sull’1-1 non concede il vantaggio ai rossoneri su un fallo subito da Rebic al limite dell’area, il pallone giunge a Junior Messias che segna ma inutilmente. Così come sono inutili le veementi proteste dei rossoneri. Al 95°, a tempo scaduto, Gyasi approfitta di una palla persa da Kalulu e segna il gol del 2-1 finale. Tralasciando l’episodio del 90°, che parla da sé, ci sono da segnalare due aspetti. Il primo è Ivan Provedel, grande firma del match con alcune ottime parate e non è la prima volta: si parla pochissimo di questo portiere e del suo rendimento, tra i migliori del campionato. Il secondo è l’atteggiamento dello Spezia del secondo tempo: quello di chi voleva fare risultato a San Siro. In questo momento i bianchi, tra le squadre in lotta per salvarsi, sono quelli che brillano per determinazione e voglia di farcela.

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