di Giuseppe Barbato
Sabato si è svolta la consueta conferenza stampa pre-partita di Max Allegri. Il tecnico bianconero si è incentrato sulla partita contro il Sassuolo: ha parlato degli uomini di Dionisi, dei suoi e di come potrebbe giocare la sua squadra. Una conferenza come tante. Poi ci sono state due domande extra-Juve. Una sul C.T. Mancini e l’altra su Paulo Sousa: quest’ultima l’ha posta Timothy Ormezzano dell’edizione torinese del Corriere della Sera. Ormezzano apre la domanda sottolineando una serie di concetti che il mister granata avrebbe espresso. Poi ha chiesto ad Allegri se è giusto definire la Juve come una squadra che si affida tanto alle giocate e non ha un gioco codificato. Allegri risponde così:
Io rispetto e ascolto l’opinione di tutti. Già faccio fatica a vedere la mia squadra, figuriamoci se posso dare dei consigli. A parte che credo che non sia carino, è una mancanza di rispetto. Come se cominciassi a dare dei consigli domani a un altro allenatore cosa deve fare cosa non deve fare. Già fatico a farlo con la mia squadra, figuriamoci se posso pensare come può giocare un’altra squadra. Però ci sono degli allenatori molto bravi che sono in grado gestire la propria squadra e gestire anche le altre squadre
Il modo in cui è stata riportata questa frase di Allegri risponde alla “polemica” che Paulo Sousa avrebbe aperto nei giorni scorsi. Si parla di frecciata, di replica, di bordata. Ma è davvero così? Facciamo un passo indietro. Martedì il quotidiano Record, il più antico quotidiano sportivo portoghese (‘A Bola’ è più vecchio temporalmente ma non nacque come quotidiano, lo diventa solo dagli anni 90 N.d.A.), pubblica una lunga intervista a Paulo Sousa. Lo fa approfittando del doppio confronto europeo Italia-Portogallo e del fatto che quel giorno ci sarebbe stata Benfica-Inter. L’ultimo allenatore ad affrontare i nerazzurri è stato proprio Paulo Sousa, nel match pre-pasquale.
Si parte ovviamente dal pari conseguito dai granata, dall’atteggiamento del secondo tempo per poi entrare nel merito delle qualità dell’Inter. Gli chiedono un parere anche sulla Juventus e il possibile andamento del confronto contro lo Sporting di Amorim. Gli fanno diverse domande, alle quali risponde in maniera articolata e dettagliata. La prima descrizione che fa della Juventus è la seguente:
La Juventus è una squadra tipica di Massimiliano Allegri: allenatore esperto, sapiente, di indiscutibile prestigio, e che guarda fondamentalmente al risultato. È organizzato con un 5-3-2, come l’Inter, e ha come caratteristica strategica, si sente a proprio agio, giocando con un blocco basso, consegnando l’iniziativa all’avversario. Questo perché è una squadra armata fino ai denti per utilizzare le uscite rapide, spesso in contropiede. Quasi sempre pericolose, date le qualità individuali dei suoi giocatori
Nella seconda risposta, oltre ad elogiare singoli come Kostic e Rabiot (Ormezzano parla di Chiesa e Di Maria, mai menzionati da Paulo Sousa nel corso dell’intervista N.d.A.), torna sulle capacità di essere efficace in ripartenza, come volontà di giocare proprio in quel modo:
Insisto su questa chiave di lettura, per la corretta comprensione del blocco basso: è sempre usato in maniera strategica. Non è incapacità: è un modo per attirare gli avversari per poi colpirli in velocità.
Finora non c’è nessun riferimento a un gioco non codificato o non corale. Al contrario: la Juve raccontata dal Mister ha un’idea ben precisa di calcio, la attua con grande cura. Inoltre riconosce la firma calcistica di Allegri e il fatto che la Juve è dentro la sua visione di calcio. Un’analisi reale di una squadra centrata sul suo allenatore. La frase principale che è stata riportata dai media italiani è compresa nell’ultima domanda sul tema. Gli chiedono se lo Sporting ha chance di farcela. Paulo Sousa ha risposto così:
In tutta sincerità, sì. Chi elimina l’Arsenal, leader con distacco della Premier League, una squadra molto motivata che gioca al massimo dell’intensità ed è piena di grandi giocatori, non può temere la Juventus. Ha le condizioni per eliminare qualsiasi avversario in Europa League. Non è pour parler, credo proprio che sia così. L’unica cosa di cui lo Sporting ha bisogno è non perdere la battaglia a centrocampo, contro un avversario che tiene le linee molto strette ed è pronto ad azioni rapide per arrivare in porta. Uno dei segreti sarà anche la capacità di stimolare il calcio associativo e attaccare le diagonali strette, […] tenendo sempre presente che la Juventus si sente a suo agio quando viene spinta al limite. È una squadra molto insidiosa a quel livello. Sembra in difficoltà ma… non lo è.
Qui Paulo Sousa esprime la sua opinione, è vero che ha ritenuto lo Sporting favorito però non lo fa ridimensionando la Juventus. Eliminare la probabile favorita per la vittoria finale, una grande squadra come l’Arsenal di Arteta, ha dato credibilità agli uomini di Amorim. La risposta sul doppio confronto presenta delle chiavi tattiche e si conclude con un appunto decisivo: la Juve, anche quando viene attaccata, è sempre temibile. Ciò che in fondo ha detto il match di giovedì: lo Sporting ha attaccato tanto, creato tanti pericoli, ma alla fine la Juve è spuntata fuori e vinto il primo confronto.
Allegri ha detto che rispetta e accetta le opinioni di tutti, è una persona intelligente e sa che nel calcio non c’è un giusto a tutti i costi. Nelle risposte di Paulo Sousa c’è il pensiero di un allenatore che conosce il calcio, lo studia e coglie il meglio dei colleghi. Allegri, legittimamente, può non esprimersi su altre formazioni. Nessuno è obbligato, in un senso o in un altro.
Il mister, ieri in sala stampa, è voluto tornare chiarendo lo spirito delle sue parole, volto al confronto sul calcio, e chiedendo scusa al tecnico livornese. Potrebbe bastare questo ma ci sono due questioni: la prima è andare alle fonti, toccarle con mano. La seconda, la più importante, è non creare polemiche dove non ci sono. A che pro? Allegri non he bisogno, Paulo Sousa nemmeno. A maggior ragione il pubblico che invece può apprezzare chi vuole parlare di calcio. Personalmente consiglio di leggere l’intervista integrale in portoghese, così che ognuno possa farsi la propria idea.
Le traduzioni che vedete sono mie, per eventuali errori mi scuso. N.d.A.