di Giuseppe Barbato
Il pareggio per 2-2 contro l’Hoffenheim ha mostrato una squadra ancora lontana dalla miglior condizione e con la necessità di rimpolpare alcuni reparti, su tutti la mediana. Ciononostante dal match sono emerse alcune indicazioni utili sia sull’organizzazione di gioco sia sullo stato di forma di alcuni singoli.
CHI SALE
Julian Kristoffersen: coglie una traversa, segna un gol, si procura un rigore e poi lo sbaglia. Il pennellone norvegese è stato il grande protagonista del match contro i tedeschi, nel bene e nel male. Ciò che stupisce non è tanto l’impegno che ci mette ma la maniera di giocare: è centravanti di manovra, si rende sempre disponibile agli appoggi, dialoga con il connazionale Botheim e poi attacca la profondità con efficacia. Fisico e centimetri al servizio della squadra e non di sportellate fine a se stesse. Che possa rimanere in rosa, come alternativa di peso quando il gioco ristagna?
Andrei Moțoc: in assenza di Fazio e Radovanovic, con Pirola e Lovato a mezzo servizio, al centrale moldavo si presenta la grande occasione. Dirigere il reparto granata, soprattutto in fase d’impostazione e il risultato è egregio. Il piede c’è, la capacità di sostenere l’azione è costante. In difesa si registra qualche sbavatura, frutto di un agonismo ancora tutto da costruire ma è accettabile alla sua età. Accanto a difensori esperti può solo crescere e acquisire la cattiveria necessaria.
CHI RESTA STABILE
Kaled Jimenez Castillo: già contro lo Schalke si era fatto notare, con un paio di giocate che mostravano tecnica e fantasia. Si è confermato quest’oggi, pur senza brillare, e ha sfiorato il gol su punizione. Nicola vuole continuare a provarlo, a capirne le potenzialità e la necessità di fare esperienza: di base resta in piedi il pre-accordo col Vicenza per il prestito ma non è escluso che sullo spagnolo si muovano anche altri club. Nel frattempo rimane a Jenbach ed è la grande sorpresa del ritiro tirolese.
Paweł Jaroszyński: in assenza del quinto titolare, giunto solo ieri con l’arrivo di Bradaric, è tornato nella posizione che già l’aveva visto protagonista con Castori e Ventura. La spinta e gli inserimenti ci sono, oltre non può andare. Qualche sbavatura importante sia in fase di prima costruzione sia nel ripiegamento difensivo. Lo stesso discorso vale per Riccardo Gagliolo: entrambi mancano del necessario pedigree per la Serie A, un prestito in B resta la miglior opzione.
CHI SCENDE
Nwankwo Simy: ancora niente da fare per il nigeriano, lontano da una condizione fisica accettabile ma soprattutto abulico. In area di rigore gli arrivano anche un paio di palloni di qualità ma li manca, mettendo in luce una certa svogliatezza. “Aiutati che Dio ti aiuta”, dice il proverbio. Al netto delle voci di cessione dev’essere lui per primo a trovare degli stimoli per rinascere e tornare a livelli accettabili.