Ieri sera abbiamo spento la tv senza avere più voce. Non perchè avessimo urlato a sostegno di qualche “squadrone” che non ci appartiene per Dna, bensì perchè la voce l’abbiamo persa ad Empoli e ci vogliono giorni prima di recuperarla dai meandri dei polmoni. Abbiamo si sperato che tutto si svolgesse come doveva, ma perchè lo sport lo impone: i regali non li vogliamo, nè qualcuno ha mai avuto il pensiero di farcene. Abbiamo dormito (poco) stanotte, con un pensiero unico che frullava nella testa: e ora che faccio fino a domenica? Abbiamo già pronto il biglietto per la madre di tutte le partite e lo teniamo conservato dietro la copertina del nostro libro preferito. Abbiamo preparato sciarpa, cappello e bandiera, perchè così si fa, sempre, in ogni categoria e con ogni situazione di classifica. Abbiamo già avvisato “personaggi di varia natura” che è molto meglio starci alla larga, onde evitare spiacevoli risposte nostre sulle rispettive origini familiari. Abbiamo già prenotato un posto alla torre cardiologica per ogni necessità. Abbiamo dato fondo a tutte le nostre energie fisiche e mentali pur di restare lucidi fino alla fine. Ma di lucido – al momento – c’è solo il fondo dell’ultima Peroni abbandonata sul ciglio della strada. Abbiamo in testa tanti pensieri, ma li cacciamo via uno ad uno, senza nemmeno provare a darci risposte. Abbiamo domande inevase e dubbi sul perchè le cose non siano andate diversamente ma poi ci rendiamo conto dell’inutilità di un quesito del genere. Abbiamo fede e orgoglio da vendere in tutta Italia, anche in confezioni famiglia. Abbiamo una scenografia colossale da preparare per domenica, dunque lasciateci stare quieti. Abbiamo feste di compleanni, prime comunioni, cresime, matrimoni (pure il nostro) e battesimi cui non parteciperemo perchè “assenti giustificati”. Abbiamo davanti sette giorni lunghissimi che non sappiamo quante ore di sono riusciamo a infilarci dentro. Abbiamo cesti di bustine di Oki pronte all’uso, anche solo per dire buongiorno al mattino. Abbiamo una maglia da difendere e lo faremo a morsi, statene certi. E abbiamo anche una favola da scrivere: manca solo l’ultima pagina di un romanzo incredibile che già oggi è leggenda. La penna è carica, il foglio sulla scrivania, la finestra è socchiusa, il cuore batte. Ci siamo. The final countdown!

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui