di Giuseppe Barbato

La Salernitana è uscita sconfitta dal primo confronto contro la fortissima e rinnovata Roma di Mourinho che ha fatto intravedere sprazzi di grande calcio, con i tre tenori Abraham-Dybala-Zaniolo. Soprattutto con l’azzurro, apparso in grande spolvero e pronto a incidere sul campionato con la sua esplosività che i due infortuni al ginocchio hanno messo in crisi. Ma come ne esce la Salernitana sul fronte del gioco e delle individualità? Si registrano alti e bassi, a causa della condizione e del poco tempo per inserire i nuovi, ma con alcuni elementi interessanti e del potenziale tutto da scoprire:

LA DIFESA: RIVEDERE LE DISTANZE

Giocare più alti e con dei meccanismi di possesso/aggressione impone una capacità reattiva molto alta, qualcosa che è mancato soprattutto nel primo tempo e ha permesso alla Roma di lanciarsi in verticale con grande qualità e sfruttando gli spazi lasciati alle spalle. Ne ha sofferto di più Gyomber che ne esce peggio, dei tre: non è brillante fisicamente e non tiene le giuste distanze tra i reparti. Bronn dei tre difensori è quello che commette più falli (4) ma se la cava con mestiere e mostra la necessaria qualità. Fazio è alterno: in fase di non possesso si sgancia bene e conduce palla con la consueta qualità, in difesa è talvolta impreciso ma per sua fortuna Dybala non spinge più del necessario e Pellegrini è più gestore che incursore. Poi c’è Sepe: continua la fronda critica nei suoi riguardi ma anche ieri ha risposto presente. Su Zaniolo e Dybala fa due parate da campione e il gol di Cristante è il frutto sfortunato di due deviazioni. Forse è mancato qualcosina sul suo punto forte: la capacità di impostare da dietro.

Voti: Sepe 6,5; Bronn 6; Gyomber 5; Fazio 5,5.

IL CENTROCAMPO: BATTITI DIVERSI

Primo per chilometri percorsi, primo per passaggi chiave e tiri. I primi numeri di Antonio Candreva in granata sono molto buoni: dal punto di vista fisico è ancora al 60%, infatti ha alternato grandi corse a momenti di piccolo trotto: segno di una condizione non perfetta. Dall’altro lato ha brillato Pasquale Mazzocchi: i venti giorni da separato in casa sono acqua passata, il giocatore che si muoveva sulla fascia con grande qualità è ricomparso sul prato dell’Arechi: mezz’ora di calcio anche per Sambia, il francese non si è segnalato per giocate speciali ma era alla prima gara da tempo e sarà parte integrante delle rotazioni.

In mezzo la Salernitana ha pagato molto l’assenza di Bohinen: Lassana non è un regista e si vede. Non tanto nella qualità dei passaggi (51 su 56 riusciti e 24 palloni giocati in verticale) ma nella tipologia di passaggi: tante cose sul corto, giusto per smistare. Ha realizzato anche 7 recuperi, nel suo stile, ma qualcosa è mancato e si vede. Qui è venuta fuori la qualità di Tonny Vilhena: non ha inquadrato la porta ma ha giocato più palloni di tutti, cercandoseli e chiamandoli a sé. La cifra tecnica è importante e con la giusta gamba emergerà in tutto il suo splendore. Deludono Kastanos e Ribery: chiamati a rappresentare la vecchia guardia di Nicola hanno fatto intravedere solo il peggio di loro stessi. Il cambio è solo un passaggio di testimone in negativo.

Voti: Candreva 6,5; Lassana 5,5; Kastanos 5; Vilhena 6; Mazzocchi 6,5; Sambia 5,5, Ribery 5.

L’ATTACCO: L’AFFINITÀ È TUTTA DA CONQUISTARE

Bonazzoli e Botheim sono due attaccanti che si muovono, svariano e cercano di essere associativi. Anche rispondendo ai diktat tecnici di Nicola nel modo giusto. Il bomber di Manerbio ha avuto pochi palloni giocabili ma se l’è cavata, sfiorando un gran gol nel primo tempo con una giocata delle sue. Il norvegese si è impegnato, come contro il Parma, ma è sbattuto sulla difesa romanista: gli manca ancora qualcosina ma si farà perché tecnica e letture del gioco ci sono tutte. Col giusto supporto dalla mediana vedremo un altro giocatore. Lo stesso discorso è buono anche per Valencia: fumoso, eccezion fatta per alcuni spunti. Kristoffersen, per il secondo anno di fila, ottiene scampoli di partita contro la Roma: non è giudicabile.

Voti: Bonazzoli 6; Botheim 5; Valencia 5,5; Kristoffersen s.v.

1 commento

  1. Caro Giuseppe, perché non hai anche dato un voto a mister Nicola? Io gli metterei 5.I cambi sono stati inefficaci non tanto per i calciatori che sono subentrati quanto per la posizione in cui sono stati inseriti.Ribéry è uomo di fascia così come Sambia.Mister Nicola li ha fatti giocare in posizioni errate che ha creato un disagio tecnico-tattico evidente.Un caro saluto!

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