Le tifoserie di Salernitana e Venezia hanno stretto un bel rapporto di amicizia e rispetto reciproco. Questo legame, però, è stato messo a dura prova dal dio del calcio che ha messo più volte di fronte le due compagini in sfide da dentro o fuori. L’amicizia tra salernitani e veneziani nasce nel corso della stagione 1997-98 quando le due squadre sono le protagoniste della Serie B.
Il 14 dicembre 1997 la Salernitana fa visita alla capolista Venezia con la possibilità, in caso di vittoria, di effettuare il sorpasso in vetta. I granata sono seguiti da numerosi tifosi, giunti in Laguna a bordo di un traghetto strapieno. Sul campo gli uomini di Delio Rossi sono inarrestabili: Di Vaio e Greco firmano il 3-0 con cui la Salernitana espugna il Penzo e si prende la testa della classifica per non lasciarla più. Al ritorno, il 10 maggio 1998, si scrive la storia. L’intera città di Salerno attende con ansia e trepidazione il giorno della gara per poter tagliare il traguardo della Serie A dopo cinquanta lunghi anni. Alla Salernitana, infatti, basta un punto per la matematica promozione e al Venezia, secondo, un pareggio va più che bene. L’Arechi è stracolmo in ogni ordine di posto, ma per i primi dieci minuti di gioco il pubblico si ammutolisce in un silenzio irreale per ricordare le vittime dell’alluvione che ha colpito Sarno e i paesi limitrofi pochi giorni prima. Sul campo il risultato non si sblocca e lo 0-0 persiste fino al triplice fischio. I calciatori della Salernitana festeggiano con i tifosi sfilando per il campo con un gigantesco telone granata su cui campeggia una A nel mezzo. La festa, come giusto che sia, si ferma lì per rispettare il lutto dell’alluvione. Per la seconda volta (terza se si conta lo 0-0 di L’Aquila nel 1966) la Salernitana celebra una promozione dopo un pareggio a reti bianche casalingo: era già successo nel 1990 con lo storico ritorno in B nel giorno dell’addio al Vestuti.
Ventuno anni dopo, Salernitana e Venezia si affrontano di nuovo per un doppio confronto decisivo, ma stavolta in palio c’è la permanenza in Serie B. Nella stagione che porta al centenario, la Salernitana incappa in un brutto campionato scivolando in zona retrocessione. Lo stesso vale per il Venezia, invischiato nelle retrovie a dispetto delle aspettative iniziali. Al termine della regular season, Venezia e Salernitana occupano i due posti che valgono il playout, rispettivamente quindicesima e sedicesima. Due giorni dopo, il Tribunale Federale declassa il Palermo all’ultimo posto per illecito amministrativo. Di conseguenza la Lega B annulla la disputa dei playout, nonostante il regolamento lo preveda solo nel caso in cui la differenza tra quart’ultima e quint’ultima superi i 5 punti, salvando di fatto Salernitana e Venezia. Si succedono numerosi ricorsi che inducono la Lega B a ripristinare i playout, mentre la retrocessione a tavolino del Palermo viene trasformata in una penalizzazione di 20 punti da parte della Corte Federale d’Appello. Salernitana e Venezia sono, dunque, costrette a sfidarsi per la permanenza in cadetteria. Il 5 giugno all’Arechi i granata vincono grazie ai gol di Djuric e Jallow, ma la rete nel recupero di Zigoni tiene in bilico l’esito del playout. Quattro giorni dopo al Penzo la Salernitana rischia grosso: prima Modolo riequilibra il risultato complessivo dei gol, poi Minala si fa espellere lasciando i granata in dieci. Si va ai rigori nella trepidazione di tutto lo stadio. Domizzi, Casasola, Suciu e Calaiò segnano i propri tiri dal dischetto. Tocca a Bentivoglio, ma Micai respinge. Dopo la realizzazione di Pucino spetta a Coppolaro tenere a galla il Venezia. Il difensore, però, spara alto per la gioia del settore ospiti, situato proprio dietro la porta. Il rigore decisivo è sui piedi di Di Tacchio che non sbaglia. Il capitano granata corre in lacrime ad esultare con i propri tifosi scacciando via lo spettro della retrocessione: la Serie B e la festa del centenario sono salve. Pochi giorni dopo, la notizia dell’esclusione dal calcio professionistico del Palermo fa esultare anche il Venezia, riammesso in cadetteria.
Si arriva così alla stagione corrente. La Salernitana di Castori ha sorpreso tutti ed è ad un punto di distanza dalla promozione diretta, seguita dal Venezia, in corsa per assicurarsi i playoff. Sabato, all’Arechi, granata e arancioneroverdi saranno ancora di fronte per un match importante. Proprio come nel 1998, quest’anno la partita del Penzo è stata vinta dalla Salernitana ed il match di ritorno è in programma a Salerno. Chissà se questo sia un segno del destino. Purtroppo, la pandemia che attanaglia il mondo da più di un anno lascerà gli spalti del “Principe degli stadi” desolatamente vuoti. Siamo sicuri che con gli stadi aperti, l’Arechi sarebbe stato un catino infernale con tantissimi tifosi granata ad incitare i propri beniamini e ad ammirare una memorabile coreografia della Curva Sud. E perché no, magari rivedere la Curva Nord riaperta e condivisa con gli amici veneziani. Siamo altrettanto sicuri che sabato pomeriggio i sostenitori granata saranno tutti collegati con le proprie tv a tifare da lontano e spingere la Salernitana alla vittoria. Perché in fondo non c’è due senza tre.