Di sconfitte ne abbiamo viste tante, anche con punteggi tennistici. La nostra storia – quella di “polvere e gloria” – ne è costellata, come non sono mancate amarezze, rabbia, delusioni cocenti. Siamo salernitani e se non soffriamo vuole dire che stiamo sognando e che non si tratta di vita reale. Quella di stasera però ha un retrogusto molto pesante. L’imbarcata contro una big del calcio italiano (e l’Atalanta lo è) ci può anche stare. La differenza però è contenuta nello spartito della gara. Tradotto: possiamo prenderle sonoramente a Bergamo, ci sta, ma dobbiamo uscire con la maglia sudata e con la coscienza di aver dato il 101% in campo. E’ successo davvero questo stasera? Le opinioni sono molte in questi minuti concitati, con i tifosi granata sballottati tra le preoccupazioni per il futuro e il possibile esonero di Davide Nicola. C’è chi addirittura pensa ad un “esonero premeditato” del tecnico, quasi indotto, con una squadra scesa in campo senza alcuna intenzione di combattere col cuore e la grinta di sempre. Nella vita può accadere anche questo, ma preferiamo pensare che stasera la Salernitana non sia proprio scesa in campo. Le colpe? Quando si vince, il merito è da dividersi in parti eguali. Lo stesso accade quando si perde. Tutti siamo responsabili di quanto accaduto stasera a Bergamo. Ed è compito di chi ha la possibilità e il dovere di farlo (leggasi Danilo Iervolino) prendere le opportune determinazioni. Ma non saremo noi a sparare sulla Croce Rossa, non saremo di certo noi a gettare benzina sul fuoco. Chi fa informazione ha il dovere di informare il lettore, cercando di dare la propria lettura degli eventi, magari ponendosi domande, interrogativi, lanciando proposte, criticando laddove sia necessario e costruttivo, evitando però di cadere nel qualunquismo che in queste ore dilaga senza freno. L’obiettività del cronista deve esserci sempre, come la moderazione e la correttezza, e non dimenticata nel cassetto come accaduto in tempi recenti quando si faceva finta di nulla dinnanzi allo scempio sportivo cui tutti noi abbiamo assistito per anni. E per essere obiettivi, l’unico modo è giudicare quanto accaduto senza peli sulla lingua ma anche nel rispetto dei ruoli di ciascuno. Ecco perchè crediamo sia giunto il momento di Iervolino. Lui, il presidente, colui il quale ci ha letteralmente liberati dalla cattività nella quale eravamo piombati per colpa dell’abominio etico rappresentato dalla multiproprietà, oggi ha il dovere di prendere in mano le redini della situazione e indicare la direzione da seguire, operando le scelte più opportune, nel caso anche dolorose e impopolari. In tal modo non ci saranno più alibi e questa squadra potrà proseguire il torneo puntando diritto all’obiettivo principale che resta la permanenza in massima serie. Scenda in campo, presidente Iervolino, lo faccia per Salerno e per i salernitani. Lo faccia subito e senza ascoltare latrati e veleni provenienti da alcuni ambienti. Prenda per mano la Salernitana: ci riprenderemo il nostro futuro!
Sparare sulla Croce Rossa? No grazie. Ma è ora che il presidente “scenda in campo”
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