Usare il pugno duro in caso di reiterato atteggiamento negativo o venirsi incontro fino a gennaio per non privare la Salernitana del suo miglior calciatore, soprattutto dopo aver condotto un mercato al risparmio e aver sostituito Piatek e Bonazzoli con due scommesse? E’ questo l’amletico dubbio della società granata che, da dieci giorni, è alle prese con il caso Dia senza riuscire a trovare una soluzione anche a causa del comportamento tutt’altro che collaborativo del giocatore. Tutto è iniziato all’indomani della partita con l’Udinese, con tanto di esultanza che qualcuno già interpretò come polemica. L’ex Villareal ricevette un’offerta economicamente importante da parte del Wolverhampton, proposta che Iervolino rispedì al mittente per due legittime motivazioni: zero vantaggi per la Salernitana (prestito gratuito con diritto di riscatto fissato a 18 milioni, la metà di quanto richiesto dal club) e impossibilità di sostituire un calciatore così importante in pochissime ore. Tra l’altro Sousa non avrebbe certo digerito la partenza in extremis di un titolare inamovibile, unico nel reparto offensivo a poter garantire la doppia cifra. In più la società inglese avrebbe contattato direttamente gli agenti e il giocatore senza passare per la dirigenza, un comportamento che De Sanctis ha pubblicamente condannato e che potrebbe avere risvolti in altre sedi. Dia, tuttavia, la prese malissimo e saltò due allenamenti, al punto che Sousa fu costretto a non convocarlo ufficialmente “perchè ha avuto mal di testa e poi un fastidio al ginocchio”. La società, tuttavia, uscì allo scoperto riferendo tutto ai tifosi in conferenza stampa.
Una scelta che ha acuito lo strappo tra la piazza e il suo numero 10, passato repentinamente da “eroe del Maradona”, con tanto di canzone personalizzata intonata all’Arechi, a “traditore” da cedere a tutti i costi e da mettere fuori squadra fino a gennaio. Iervolino, in un’intervista, ha minimizzato la cosa dichiarandosi tuttavia pronto a multare il calciatore “perchè noi non vogliamo strozzare i sogni dei nostri tesserati, sappiamo che una realtà come la nostra alla lunga cede i suoi big e deve autofinanziarsi ed essere brava a pescare in giro giovani dello stesso valore. Tuttavia riteniamo che ci sono delle regole interne da rispettare. Siamo gentili, affettuosi, ma questo non autorizza nessuno a comportarsi in modo sbagliato. Dia è un grande giocatore, ci parlerò appena tornerà dal Senegal”. Altra scelta opinabile: perchè non chiarire subito e imporre al calciatore di seguire la squadra a Lecce, andando sotto la curva a respirare l’umore della tifoseria? Fatto sta che il caso è diventato un autentico giallo in questa settimana: la federazione senegalese fa sapere che Dia è impossibilitato ad allenarsi per una lesione muscolare “che lo terrà fuori almeno 14 giorni”, la Salernitana assicura di aver fatto tutti gli esami strumentali del caso prima che l’atleta rispondesse alla convocazione. E così erano state fissate altre visite mediche per l’altro ieri mattina, a Salerno. Ma Dia non ha mai raggiunto la città, fermandosi in Francia per problemi personali.
“Aspettiamo, dipende da lui” filtra da via Allende, laddove è ubicato il quartier generale granata. Sousa è scontento, De Sanctis è preoccupato, la società non esclude alcun tipo di scenario e a gennaio valuterà la cessione pur sapendo che la querelle farà abbassare il costo del cartellino. I tifosi chiedono chiarezza e rispetto per la maglia, ricordando a Dia che grazie a questo pubblico e agli investimenti della proprietà è riuscito ad esplodere dopo annate anonime e con poche presenze da titolare. E intanto, però, nelle prossime 2-3 gare già molto importanti si rischia di scendere in campo con Botheim (un gol e 3 tiri nello specchio della porta in un anno, numeri impietosi) o con Ikwemesi, a detta del mister non ancora pronto. Occhio all’ipotesi falso nueve, con Cabral nell’inedita veste di centravanti, mentre Stewart non dovrebbe nemmeno essere inserito nell’elenco dei convocati. Il no al mercato degli svincolati anche per motivi economici rischia di complicare ulteriormente la situazione.