Di Giuseppe Barbato
I numeri non mentono mai: così insegnano a scuola. Crescendo si scopre che i numeri possono mentire quando vengono letti nella maniera sbagliata. Questo concetto si può traslare all’uso delle statistiche nel calcio, tema che negli ultimi anni è di grande attualità. Tuttavia non siamo qua per fare filosofia ma per analizzare le partite di calcio. Cosa dicono i numeri di Torino-Salernitana? E i numeri della Salernitana? Confermano quanto abbiamo visto finora, con alcune indicazioni per il futuro.
Il primo dato è quello dei km percorsi: 102,78. È uno dei più bassi del terzo turno e conferma la triste media registrata finora nella quale siamo ultimi, con solo 99,17 km. Inoltre soltanto Mamadou Coulibaly e Di Tacchio risultano tra i primi cinquanta del campionato, sia sul totale sia sul piano dell’intensità. Ciò mette in luce l’assenza di intensità fisica, una delle armi del calcio di Castori.
Il secondo dato è quello della “pressione ricevuta”: è la percentuale di attenzioni che riceve dalla squadra avversaria, in base alla velocità e alle posizioni in campo. Al primo posto c’è Milan Djuric, con il 77,39. Fino a qua nulla di sorprendente. È interessante far notare le altre due posizioni del podio: al 2° posto c’è Schiavone con 74,23 e al terzo Ribery con 69,23. Guardando la stessa statistica dal lato torinista ci sono Sanabria, Linetty e Pjaca: tre titolari, tre giocatori offensivi. Insomma, le avversarie tendono a lasciar giocare la Salernitana e non ne temono la conduzione del pallone: contro il Torino è corrisposta al 60% del totale dei palloni giocati. In merito segnalo la prestazione di Strandberg che ha condotto 48 palloni e indovinato 35 passaggi (81%), risultando il migliore dei nostri.
Concludo con una nota numerica e tattica. Ieri la Salernitana ha tentato otto dribbling, quanti ne aveva tentati nelle prime due giornate, riuscendo solo in un caso con Bonazzoli. Il numero in sé non dice tanto ma paragonato a un caso analogo può dire molto. Prendo Roma-Crotone dello scorso anno, considerando le affinità nefaste tra noi e i pitagorici. In quell’incontro, dove il Crotone resse un tempo per poi crollare nella ripresa, il dato dei dribbling diceva “17 su 23”, di cui dodici riusciti dalla coppia Messias-Ounas. Perché parlarne? Cambiare è sempre possibile ma bisogna essere in grado di farlo. Le cose tanto per fare non funzionano e in questo momento la Salernitana è una squadra “tanto per fare”.