di Giuseppe Barbato

Involontario botta e risposta nel giro di poche ore tra la Curva Sud Siberiano e il presidente granata Danilo Iervolino. Gli ultras nella tarda serata di ieri ha esposto, all’esterno dello stadio Arechi, uno striscione in cui chiedeva prospettive precise sul futuro granata “I risultati sono sotto gli occhi di tutti, del domani nessuna certezza… Iervolino: ora pretendiamo chiarezza”. Lo striscione si conclude con un “cordiali saluti” che potrebbe essere uno spunto ironico nei confronti delle forze dell’ordine, dopo l’incontro con la Digos locale. Oggi sul Corriere dello Sport è giunta la “risposta” del presidente Iervolino, con una lunga intervista nella quale prova a rispondere alle sollecitazioni e le paure che serpeggiano nella città da tempo.

Nel corso dell’intervista parte ricostruendo il recente passato, attribuendo molte responsabilità a Sousa e De Sanctis: “Sousa mi aveva promesso un campionato importante, poi ha cominciato a sputare a zero sulla società […] Le scelte estive sono tutte di De Sanctis. Ci avevano proposto anche Soulé e Isco, non li ha voluti”. Sul presente chiarisce come anche Sabatini, dal suo punto di vista, abbia molti margini: “Poi Sabatini a gennaio ha avuto carta bianca, spendendo oltre 6 milioni: è il miglior DS d’Italia, ma sa che una parte di questi risultati è imputabile a lui e si è già scusato”. Dal CdS giungono due domande dirette sulla contestazione e le voci di cessione intorno al club.

Riguardo le critiche della tifoseria il presidente smentisce l’indiscrezione secondo cui non sarà più presente all’Arechi ed esprime la sua amarezza: “Ho letto gli striscioni contro di me, umanamente sono affranto. […] Ho salvato la Salernitana mentre rischiava di essere cancellata dal calcio. Sono l’unico presidente del club ad aver fatto tre anni di Serie A, quello che ha managerizzato la società, che fa attività sociali, che ha investito di più nel centro sportivo e nel vivaio e che ci ha messo più soldi. La tifoseria è fantastica, ma esiste una sacca, anche se piccola, di odiatori, gufi e bugiardi che mirano a destabilizzare l’ambiente”.

Riguardo la cessione il presidente chiarisce la metodologia con cui opera, senza sbilanciarsi in un senso o nell’altro: “Se qualcosa si fosse incrinato e mancasse la fiducia che penso di meritare, è chiaro che trarrei delle conclusioni. Tutte le aziende sono sempre trasferibili. Se il calore della piazza è ancora genuino, avrò linfa vitale. Ma non farò un progetto senza l’amore della tifoseria”.

Nel corso dell’intervista si chiede al presidente quali errori si imputa. Iervolino risponde attribuendosene soprattutto uno: la troppa fiducia data agli altri. Lo fa in due momenti distinti: nel primo quando parla della squadra che “ha mollato troppe volte […] forse ho sbagliato a dare troppa fiducia”; nel secondo a domanda più esplicita dove risponde “nel calcio se fai da solo sei un tiranno arrogante, se deleghi fai la figura dell’ingenuo. Forse dovrei ascoltare di più il mio istinto”.

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