di Giuseppe Barbato

L’analisi tattica di Milan-Salernitana impone moltissimi ragionamenti perché nei 90° si sono viste tantissime cose. A fine partita Pioli e Paulo Sousa hanno spiegato, con lucidità, l’andamento del match dando il giusto quadro della situazione. Milan-Salernitana è una partita i cui numeri non dicono tutto ma qualcosa sì però, prima dei numeri, è giusto partire dalle parole degli allenatori.

Una squadra che va in vantaggio deve fare molto di più per cercare di vincere la partita

L’ha detto Stefano Pioli ai microfoni a fine partita. Cosa intende il tecnico rossonero? Un aiuto può venire dalle statistiche degli xG dell’incontro: secondo Understat il dato recita Milan 2,71 – Salernitana 0,68. Sulla carta un dominio totale rossonero. Guardando il dato un pochino meglio ci si rende conto di cosa intende Pioli. Sommando il gol di Giroud e le due occasioni rossonere nella ripresa (Origi e Florenzi) si arriva a 1,69. Tutto il resto è la vera mole di gioco del Milan: venti tiri, di cui uno solo nello specchio (Zlatan nel recupero), e pochissima qualità nelle scelte.

Il Milan ha dato la sensazione di volerla vincere facendo il minimo sindacale, contando su spazi che la Salernitana per inerzia gli avrebbe concesso. Nel primo tempo Brahim Diaz ha provato a prendersi la palla nei mezzi spazi, peccando poi nelle scelte. Theo e Leao a sinistra non sono mai stati incisivi. Sulla corsia destra qualcosina l’ha dato Kalulu con le sue sovrapposizioni ma troppo poco. Nella ripresa Pioli ha provato a dare la scossa col triplo cambio del reparto avanzato ma De Keteleare è andato a corrente alternata, Origi non si è mai visto e Ibrahimovic si è limitato a qualche sportellata aerea. È mancata la necessaria qualità, merito della difesa quasi impeccabile dei granata.

A volta ci siamo abbassati un po’ troppo, risultando speculativi e dando troppo spazio agli avversari

Paulo Sousa con queste parole sottolinea un aspetto: la squadra è in grado di difendere con un blocco basso ma non è la scelta prioritaria. Lo dimostra l’occasione di Kastanos, nata da una riaggressione alta con tre giocatori che ha costretto Maignan all’errore. L’impostazione difensiva era chiara: blocco medio e compatto, attentissimo alla circolazione palla rossonera. Appena c’era un giocatore del Milan che non era nella posizione giusta o aveva un pallone sporco scattava il pressing vincente. Tanti palloni sono stati recuperati così. La presenza di Bohinen ieri ha fatto la differenza: il norvegese voleva sempre gestire, costruire un fraseggio sul corto per attaccare con criterio. E l’ha fatto bene, con passaggi e presenze a tutto campo. Compresa l’area rossonera, dov’è stato il giocatore con più tocchi.

Il gol di Giroud non ha rappresentato uno shock, anzi. Nella prima parte della ripresa è stata la Salernitana a muovere meglio palla, cercare gli spazi e avvicinarsi alla porta di Maignan. Il pareggio di Dia è frutto della miglior azione manovrata del match: fraseggio per attirare la difesa e cambio gioco di Bohinen che pesca Lassana tra le linee, subito in verticale per Bradaric. Il norvegese con un passaggio taglia il centrocampo rossonero e soprattutto Tomori che sbaglia il tempo dell’anticipo: la superiorità numerica, con tre ad attaccare l’area e Lassana a rimorchio, ha messo in crisi Thiaw e Kalulu che perdono Dia in area. A questo punto entrambe provano a vincerla ma il Milan ha peccato in qualità, la Salernitana ha peccato abbassandosi troppo limitando le ripartenze.

Ci sono delle squadre che anche quando vanno sotto ti attaccano perché Paulo Sousa non ha cambiato idea

L’ultima frase è sempre di ieri sera ma non giunge da San Siro, bensì dall’ultima puntata della BoboTV dove la Salernitana è stata riempita di elogi. Quel che resta è la grande prestazione. Sempre attenta, impeccabile per applicazione e organizzazione, senza mai perdere il filo del gioco e avendo anche le occasioni per vincere la partita. Si potrebbe perfino parlare di rimpianti ma prima di farsi travolgere è più importante pensare a sabato, al tignoso Bologna di Thiago Motta.

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