di Giuseppe Barbato
Il signor Giua ha appena fischiato per tre volte: un signore, seduto due fila sopra me con cui avevo discusso amabilmente a fine primo tempo, mi si avvicina. Ha il volto sorridente di chi ha visto la sua squadra giocare una grande partita. Mi stringe la mano e mi fa i complimenti: “bravi, siete un grande pubblico”. Il tono non è ironico, nelle sue parole c’è sincerità e rispetto. La stessa che provano altri spettatori brianzoli seduti lì vicino. Lo pensano davvero: hanno visto un settore ospiti cantare incessantemente, perfino voltando lo sguardo al campo. Hanno visto i granata vicini di posto tifare o parlare senza mai inveire o avere atteggiamenti negativi. Né con i propri né con gli avversari.
Alla vigilia del match avevo buone aspettative sul match e pessime sull’ambiente. Mi aspettavo un pubblico di plastica, poco interessato al gioco e molto interessato alla posa da social. Niente di tutto questo: sulla partita sapete già, non mi dilungo. Spendo due parole sul pubblico monzese: coreografia iniziale della Curva Davide Pieri semplice ma efficace. E poi un bel tifo: presente lungo buoni tratti del match, compatto con i propri cori e mai offensivo verso le altre squadre. Unica eccezione: i rivali comaschi, il derby più sentito. E in tribuna? Molte bandiere bianco-rosse, tante famiglie e gruppi di ragazzi. Quasi tutti presi dal gioco, qualcuno che seguiva i cori della curva. Commenti appassionati e attenti anche sulla Salernitana, nessun atteggiamento provocatorio.
Non ci sono solamente i brianzoli, ovviamente. Ci siamo anche noi. 2500? 3000? Tanti, come sempre. Colorati, sempre attaccati a sciarpe e bandiere. Mai domi, con picchi d’intensità nei momenti peggiori della squadra. A volte volgendo le spalle al campo, non per contestazione bieca ma come segno tangibile di delusione. Come a Reggio Emilia, meglio che a Reggio Emilia considerando che quel giorno eravamo il doppio e dall’altra parte c’era uno stadio spento. Oggi è stato calcio, oggi è stato tifo. Vero, deciso e corretto: da entrambi i lati. Monza e Salernitana, su questo versante, hanno vinto entrambe perché hanno dei pubblici che meritano il grande palcoscenico perché lo dimostrano anche sugli spalti.