di Giuseppe Barbato
Prima della partenza per la Toscana mister Nicola ha incontrato la stampa per la consueta conferenza pre-partita. Tanti i temi toccati, a cominciare da quella che potrà essere la probabile formazione. Nessun nome ma le idee sono chiarissime: “Ogni giocatore ha una caratteristica precisa. Li vedo tutti motivati e vogliosi e mi è piaciuta la voglia di credere negli allenamenti. Io non ho dei dubbi su chi schierare. Chi gioca con più continuità è prché in questo momento si è raggiunto un determinato tipo di equilibro. Vedremo potrò schierare sia Bonazzoli che Verdi”. Il mister si sofferma anche sulle polemiche di questi giorni e prova a smorzarle ulteriormente, invitando tutto l’ambiente a concentrarsi sul campo: “A me interessa poco della contemporanietà, non si sa se sia un bene giocare pima o dopo. Noi siamo padroni delle nostre azioni e di cosa vogliamo fare. Questa squada ha dei valori morali che non sono sono quelli tecnico tattico. Per me Cagliari non eiste già più, per me esiste domani, esiste Empoli. Incontriamo una squadra che gioca molto forte, di valore e che gioca bene. Alla fine quello che conta è controllare quello che vuoi fare tu”. Due parole anche sui tifosi che saranno presenti in massa al Castellani: “Sui tifosi, siamo allineati con la nostra gnte ed abbiamo la fortuna di poter godere di qusto sostegno. Il popolo di Salerno è famoso in tutta Italia per quello che sa dare a noi, alla squadra e l’entusiamso che sa dare”.
In giornata ha parlato anche Aurelio Andreazzoli, tecnico dell’Empoli, che ha avuto parole d’elogio per la Salernitana, concentrandosi in particolare sui meriti del mister: “Per Nicola parlano i risultati al di là delle simpatie personali, con lui la simpatia è reciproca e di livello alto. Ci siamo scambiati delle opinioni, è nato un rapporto di vicinanza e di stima. Non è facile fare il lavoro che fa lui, subentrare e cambiare le situazioni in corsa è possibile ma non è semplice. Se il percorso di fronte è più spianato, è più facile. Per la Salernitana ha inciso il mercato che ha interpretato la società, sulle cose tangibili deve poi incidere l’allenatore e lui lo ha fatto, ha una fisionomia di gioco”.