di Giuseppe Barbato

Fabio Liverani, nuovo tecnico granata, si è presentato a stampa e pubblico con la sua prima conferenza stampa. Più tardi svolgerà il suo primo allenamento e prendere la misura del gruppo. Il tecnico laziale torna in Serie A dopo due anni e mezzo e la retrocessione con Lecce, che rappresentò la conclusione del suo miglior ciclo tecnico. Tanti i temi toccati dal nuovo trainer. Prima però lo hanno accolto Maurizio Milan e Walter Sabatini. L’AD granata ha ringraziato Inzaghi per il lavoro svolto, soprattutto sul piano umano, e ha dato il benvenuto a Liverani, sottolineando il ruolo di Sabatini nella scelta nonché la volontà di conseguire lo slancio decisivo per la salvezza. Hanno giustificato il cambio con l’atteggiamento remissivo avuto nella Salernitana di recente, soprattutto nel primo tempo di venerdì.

Dopodiché parola a Sabatini che per prima cosa si è scusato con Inzaghi per non averlo aiutato abbastanza, soprattutto per un mercato rallentato che non ha portato i giocatori richiesti nei primissimi giorni di gennaio. Poi ribadisce le ragioni della scelta, ripercorrendone la carriera da calciatore e l’esteso rapporto personale col direttore generale: “Liverani l’ho scelto perché lo conosco. Lo conosco come uomo e come calciatore e da calciatore era un rompicoglioni […] Il suo carisma da calciatore era tecnico e umano”. Infine ha parlato della salvezza: “Non faccio un proclama sulla salvezza perché forse non è il luogo giusto ma so che ci salveremo. Filippo Inzaghi non ha fatto in tempo a mettere a fuoco fino in fondo, conto che Liverani lo possa fare in un pomeriggio solo cioè questo pomeriggio. La percentuale di salvezza è del 3,5”.

Liverani inizialmente ha ribadito che non c’è molto tempo ma bisogna costruire il lavoro e il gioco ogni giorno, senza tabelle: “la squadra ha valori individuali medio-alti ma come collettivo l’ha espressa molto poco e dobbiamo lavorare per questo”. Sabatini ha ribadito le parole del mister sul fatto che il gruppo non è diventato una squadra. Il mister ha anche sottolineato alcune questioni tattiche: “dobbiamo avere la volontà di riempire l’area di rigore avversaria e proteggere la tua, è una questione di mentalità più che di uomini o moduli”. Il mister non si sente di fare un appello al pubblico: secondo lui la squadra deve dare qualcosa, cioè fame e orgoglio. “Se alla gente diamo qualcosa ci ricambierà con tantissimo, sta a noi dare quell’entusiasmo perché basta poco per accendersi”.

Una domanda è stata rivolta sul regista, ruolo problematico nel centrocampo granata: “si può mettere in tanti modi diversi, non c’è un giocatore con quelle caratteristiche a oggi. Può essere anche fatto con caratteristiche diverse: qualcuno lo conosco, qualcun altro lo conoscerò. La posizione dei piedi e del corpo ti garantisce di essere meno attaccato e più giusto nella gestione. Questo in entrambe le fasi. Kastanos può essere usato in più situazioni, c’è da capire se abbiamo bisogno di più qualità dalla mediana in su o abbiamo bisogno di qualcosa di diverso. Ma devo capirlo guardando tutti i giocatori”. Due parole anche sul subentro: “quando si entra a febbraio-marzo è difficile guardare al dopo. La società ha scelto Fabio Liverani per quello che è adesso”.

Uno sguardo anche sull’attacco e alla sfida contro l’Inter capolista: “dobbiamo vincere le partite in maniera equilibrata. Puoi farlo in tanti modi, anche sugli esterni con tanti giocatori che fanno sul fondo. E quindi riempire l’area di rigore. Giocheremo con dei giocatori offensivi cercando però di essere equilibrati. Non possiamo fare tante prove per venerdì, a prescindere dall’avversario: ogni partita è una possibilità per fare punti”. Spazio anche per una riflessione sui singoli: “Candreva e Dia sono i giocatori su cui appoggiarsi per carisma tecnico e gli altri devono mettere i giocatori di qualità in condizione di esprimersi. L’importante è che siano armonici con gli altri giocatori in entrambe le fasi. Lo dimostra l’Inter, i cui centravanti portano i difensori a difendere a 25 metri dalla porta”.

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