di Giuseppe Barbato
Mancano tre giorni ad Atalanta-Salernitana, entrambe le squadre arrivano a questa sfida in una buona posizione di classifica ma non al meglio della loro forma. Il tempo per rimediare, anche ricorrendo al mercato, c’è tutto ed entrambe hanno alcuni punti fermi da cui partire.
Chi è in ascesa
Norbert Gyomber: lo slovacco, nelle difficoltà dei suoi compagni di reparto, è diventato la scialuppa di salvataggio dei tifosi. La sua fisicità e dote di marcatura sono mancate tremendamente alla Salernitana. Nelle poche partite giocate quest’anno però non si è fatto notare per le “sue” qualità ma per un grande miglioramento in fase di costruzione. Percentuali altissime di passaggio, su tutte le distanze, e lontane le incertezze del passaggio. Solo Daniliuc ha numeri migliori nella retroguardia granata. Domenica sembra destinato a prendersi il centro della difesa, nella speranza che possa ripetere il match dello scorso anno dove fu superlativo su Zapata e Muriel. Gyomber fu insuperabile pure sulla palla scoperta, non dando mai chance di farsi attaccare dai due colombiani. Proprio da lì, da una maggiore sicurezza in quella situazione, la squadra può guadagnare fiducia e la voglia di attaccare.
José Palomino: parlando dell’Atalanta si sottolineano le prestazioni del danese Højlund, a segno a Bologna e pronto per far valere i 17 milioni investiti. Il 2023 bergamasco è iniziato anche nel segno di Palomino. Il centrale argentino, squalificato per doping in estate e riammesso con le contro-analisi a fine ottobre, è rientrato contro l’Inter, ultima del 2022. La pausa mondiale gli ha permesso di tornare in forma e riprendere il posto al centro della difesa. La sua presenza consente alla Dea di ritrovare un assetto difensivo, un po’ incerto quest’anno tra infortuni e cambi tattici. Il terzetto delle prime due gare è stato composto da lui, Toloi e Scalvini. I segnali sono incoraggianti, anche se non tutto ha funzionato. Palomino ha dimostrato di esserci, fisicamente e mentalmente, e voler riprendere il terreno perso.
Chi è in calo
Gli esterni di Gasperini: il dominio delle fasce è stato uno dei cardini del gioco gasperiniano. L’asse Hateboer-Gosens per anni è stato uno dei più temuti d’Europa. Con il tedesco a Milano e l’olandese lontano dai giorni migliori non arriva quel contributo che ha reso l’Atalanta così speciale nel calcio italiano. Nel corso dell’anno Gasperini ha alternato diversi giocatori, anche sperimentando. Sfogliando la margherita si trovano tanti nomi ma nessuna certezza. Maehle alterna ottime gare a giornate no, Hateboer non ha quel passo di una volta, Zappacosta può giocare da entrambi i lati ma resta un jolly, Zortea è stato bocciato sonoramente, Soppy dopo un buon inizio non sta vedendo più in campo. A sinistra, in questo inizio di 2023, ha trovato spazio l’ex-Ruggeri che sta approfittando dell’occasione. Due buone gare e la sensazione di essere in fiducia.
Emil Bohinen: il problema, se di problema si vuole parlare, relativo al norvegese non è di modulo. La questione è prettamente tattica. Qualcosa non ha funzionato nella costruzione del progetto estivo e Nicola vuole correre ai ripari. In fase di possesso ricerca della verticalità, conduzioni palla e lavoro sulle seconde palle per non attirare la pressione su di sé. In fase di non possesso ai mediani richiesta di schermare gli inserimenti e lavorare sugli uomini più che sullo spazio. Un modo di giocare non congeniale al norvegese che potrebbe perdere posto nelle gerarchie. Bohinen ha indubbie qualità e un gioco peculiare che può esaltarlo. Servirà un doppio lavoro per restituire alla Salernitana la sua miglior versione. Lui deve saper lavorare su ciò che non gli riesce meglio, Nicola dovrà inserirlo nella nuova struttura unendo i bagagli tattici. La salvezza dell’anno scorso è passata dal suo cervello, anche quest’anno può essere così.