Analisi assolutamente lucida, competente ed equilibrata quella dell’ex capitano granata Roberto Breda che, intervenendo a Telecolore, ha fotografato la situazione alla perfezione toccando diversi temi di strettissima attualità. Un messaggio anche a chi, passando da un eccesso all’altro, vede sempre e comunque il bicchiere mezzo pieno dimenticando che analisi oggettive pur critiche possono essere talvolta più utili e incisive di un applauso. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni: “Quella della Salernitana non è una situazione semplice, attorno a questa squadra sono state create troppe aspettative in virtù degli investimenti fatti dopo aver perso il calciatore più importante che era Djuric. Ora si cerca di creare le occasioni attraverso la manovra, ma in serie A non è semplice esprimere un certo tipo di calcio e Nicola sta subendo questo tipo di difficoltà. Ci sta che la gente abbia voglia di sognare, ma è la società a non aver ben chiaro il momento che bisogna vincere. Unità d’intenti e spirito di sacrificio sono decisivi per mantenere la categoria e consolidarci. Ok prendere giovani di prospettiva, ma hanno bisogno di tempo e…tempo non ce n’è se devi salvarti. Il caos generato non rende semplice la vita dello staff tecnico, i risultati sono in linea con i programmi e con le reali potenzialità della rosa. Si poteva dare continuità al lavoro dell’anno scorso, invece si è in ritardo sul piano del gioco perchè hanno scelto di ripartire da zero”.

Breda prosegue: “Non so bene all’interno quali problematiche ci siano, ma dall’esterno si palesa che non si ragiona su un’unica testa tra direttore sportivo e allenatore. Si parla tanto di modello Atalanta, ma stiamo parlando di un club che mantiene sempre la stessa ossatura inserendo due giocatori all’anno. La materia prima va plasmata dallo staff tecnico e deve essere lui a spianare la strada per un futuro importante, ma se non c’è una mentalità comune si fa fatica. E’ vero che la Salernitana era partita bene, ma sul piano delle statistiche vedevo una squadra in involuzione pure se arrivavano vittorie o pareggi fuori casa. Respiro una mancanza di fiducia reciproca in certe situazioni. Ripeto quanto detto prima: la partenza di Djuric e Sabatini ha pesato. L’arrivo di un nuovo direttore sportivo, molto giovane, ha spinto Nicola ad accettare diverse scelte fidandosi di una persona ricca di entusiasmo. Per il 90% sono arrivati giocatori dall’estero”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui