di Giuseppe Barbato
Allungano le prime cinque e le ultime si riavvicinano: questa è la sintesi del 21° turno, giocato per intero e ricchissimo di gol: ben 39 (record stagionale) di cui 23 in trasferta (record per la Serie A). Giornata dove parecchie squadre hanno dato sfoggio del proprio attacco, con prestazioni notevoli. Stridono, per certi versi, gli striminziti 1-0 visti al Maradona e al Ferraris. Napoli-Sampdoria è stata decisa da una pregevole giocata di Petagna e dalla difficoltà dei blucerchiati di impensierire Ospina: un solo tiro nello specchio su 10 tentativi, quasi tutti dalla distanza. Il dato del baricentro nei primi 45°, posto a 36 metri dalla propria porta, è indice di un atteggiamento, fin da subito, rinunciatario della squadra di D’Aversa. A Marassi è lo Spezia a fare la voce grossa: vince il derby col Genoa, si garantisce il vantaggio negli scontri diretti e prosegue nel limbo attorno alla posizione di Thiago Motta che resta sempre in bilico finché non ottiene una vittoria di prestigio. Un risultato giusto in un match equilibrato e ben giocato dai bianchi che sono stati sempre pericolosi, anche nella ripresa quando era il Genoa a fare la partita. Nella parte bassa della classifica l’altra squadra che può esultare è il Cagliari che all’ultimo respiro batte il Bologna: il posticipo tra le due rosso-blu è risultato povero, con tanti errori tecnici e tattici. A fare la differenza è l’atteggiamento delle squadre: sempre volto al risultato quello dei sardi, fin troppo speculativo e insufficiente quello degli uomini di Mihajlovic, che deve accontentarsi della punizione dell’iniziale vantaggio di Orsolini.
Le prime cinque della classifica hanno vinto tutte, mantenendo invariati i distacchi tra di loro e allontanando sensibilmente chi sta dietro. A cominciare dalle due romane, sconfitte rispettivamente da Inter e Juventus. La capolista batte 2-1 la Lazio e il risultato le sta anche stretto: i nero-azzurri controllano la gara e hanno sempre le idee chiare, al contrario dei bianco-celesti che hanno pareggiato grazie all’ennesimo errore di Handanovic e non per propri meriti. Dietro l’esternazione di Sarri sull’indice di liquidità c’è tutta l’insoddisfazione per una squadra incompleta e ancora lontana dal realizzare la sua idea calcistica. Roma-Juve finisce 3-4 con i giallorossi che recitano la parte di Penelope: fanno e disfano la tela da soli, con la frittata finale di Pellegrini che sbaglia prima un rigore e poi una comoda occasione. Ringrazia Allegri: la sua Juventus è sorniona, perde pezzi, non ha una proposta codificata ma resta in scia del quarto posto. Bene anche il Milan che sbanca Venezia con un netto 3-0: il probabile rosso a Saelemaekers pesa sull’andamento del match che i rosso-neri chiudono a inizio ripresa, prima che il Venezia possa dare segni di risveglio.
Le goleada di Atalanta, Sassuolo e Torino hanno caratterizzato questa giornata e hanno in comune i quattro gol di scarto dalle avversarie. I nero-azzurri, dopo una leggera flessione nelle ultime gare, sono tornati nella versione straripante del calcio gasperiniano e vincono per 6-2 a Udine. I bianconeri, fermati dai contagi, lamentano la disparità di trattamento per quanto riguarda il protocollo Covid e annunciano ricorsi. Sul campo vedono riavvicinarsi le avversarie e contano sui recuperi per guadagnare terreno. Al Castellani l’ex Dionisi rimette in scena quel calcio che aveva esaltato i tifosi empolesi: finisce 5-1 per il Sassuolo e gli uomini chiave sono i soliti. Il trio Raspadori-Scamacca-Frattesi continua a impressionare e resta sul taccuino del C.T. Mancini, in vista degli spareggi mondiali di Marzo. Chiude il Torino che nell’insolito posticipo del lunedì pomeriggio domina la Fiorentina: 4-0 senz’appello e frutto di un’applicazione spietata. Ne paga le spese Vlahovic che subisce la fisicità di Bremer e non riceve un pallone giocabile. In casa granata c’è la firma di Toni Sanabria, ormai certo del posto a discapito del partente Belotti, e di Josip Brekalo: il croato, giunto in estate dal Werder Brema, è una delle sorprese positive del campionato e conferma quanto di buono si era detto in estate.