di Vanni Vignes
Ennesima puntata della serie thriller chiamata “Tutta colpa del paradiso”. Già perchè sembra essere proprio il paradiso – leggasi promozione in serie A – il nostro peggior incubo, visto che – a conti fatti – tutte le sventure della Salernitana sono iniziate lo scorso 10 maggio quando i granata allora guidati da Fabrizio Castori conquistavano a Pescara una incredibile (e di certo non programmata) promozione in massima serie. In quel preciso istante tutte le paure (legittime) della stragrande maggioranza dei tifosi granata circa il problema – reale – della multiproprietà sono diventate un’amara costatazione di fatto. Peccato che ancora oggi qualcuno tiri calci a destra ed a sinistra, provando a mistificare il passato ed allo stesso tempo il futuro, pensando che tuti abbiamo memoria corta. Errore. La memoria è uno dei doni principali dei veri tifosi della maglia granata, che ricordano bene da dove veniamo e quanta polvere abbiamo ingoiato, ma hanno ben presente in egual misura come alcuni abbiano tentato di vendere fumo.
Detto questo, parliamo dell’ansia che ci assale. Oggi la Salernitana al Franchi gioca una nuova partita dell’impossibile, appesa a quel filo di speranza che molto probabilmente passa attraverso le giocate di Franck Ribéry, l’unico – insieme a Bonazzoli ed a pochi altri – in grado di dire qualcosa in questo campionato. Ma l’ansia di cui parliamo non è legata tanto al risultato che verrà fuori dal terreno di gioco della Fiorentina, bensì a quello che stanno decidendo i due trustee incaricati della vendita della Salernitana.
Se tutto andrà come tutti sperano che vada, il 16 dicembre ci dovremmo ritrovare con una nuova proprietà e – deo gratias – una nuova dirigenza e staff tecnico. Il pericolo di ulteriori proroghe, rimandi, tentennamenti, documenti mancanti, caparre e fideiussioni sparite, indipendenze dai poter forti è davvero forte. Ma occorre guardare avanti con tutta la fiducia di cui siamo portatori sani. Per il bene di quella maglia che anche oggi ha condotto oltre mille “malati” fino al Franchi di Firenze.