Quella di ieri sera è stata una partita da rivedere alla “moviola” tattica. Poche le luci, diverse le ombre che hanno trasformato i tre punti d’oro in un amaro calice per mister Ventura. A fine gara, il tecnico ha dovuto ammettere – suo malgrado – l’assenza pressochè totale della sua squadra nel corso della ripresa, quando il Trapani ha deciso di spingere come un forsennato alla ricerca di un pari che – sulla bilancia ideale dell’incontro – sarebbe stato il risultato più equo.
Bene la partenza e l’uso delle corsie laterali
L’approccio mentale dei primi 20 minuti era perfetto. I granata erano puliti in difesa, attenti sulla mediana e capaci di affondare in modo efficace sulle due corsie laterali. Anche se sfruttate poco, con un Trapani inizialmente timoroso, dagli out sono giunti i principali pericoli per la difesa sicula. Non a caso, da un perfetto cross di Cicerelli è arrivata anche la spizzicata vincente di Milan Djuric. Poi però la “lampadina” del gioco si è gradulamente affievolita d’intensità fino a spegnersi definitivamente nel corso della ripresa.
Troppa sofferenza sulla mediana, il Trapani era ovunque
In avanti di un gol, la Salernitana è rientrata in campo nella ripresa con un atteggiamento più “molle”, complice probabilmente le non eccezionali condizioni fisiche di alcuni elementi. Tranne Akpa Akpro – autentico monumento del centrocampo granata – il gioco della Salernitana si è ridotto al lumicino, vivendo di estemporanee ripartenze senza però pungere nel concreto. Di contro il Trapani – che di Castori ha messo in campo la grinta – è salito in cattedra e per 45 minuti ha praticamente dettato legge, chiudendo i granata nella loro metà campo e costruendo almeno 4 palle gol, oltre all’episodio del presunto rigore.
Poche alternative in panchina
Gian Piero Ventura si è reso conto della difficoltà che viveva la sua squadra ed ha provato a “raddrizzare” il timone, inserendo Kiyine al posto di un evanescente Maistro, e Giannetti – che ha sostituito Gondo troppo confusionario e poco incisivo rispetto alle precedenti prestazioni. A ciò si aggiungano gli affaticamenti muscolari di Cicerelli (poi uscito per Lopez) e Lombardi (rimasto in piedi con i crampi) ed il quadro è pronto. Ma il tecnico ha anche una panchina non certo abbondante di soluzioni alternative, dunque le scelte operate erano pressochè obbligate.