Prima di tutto, prima di dare il “via libera” a parole e sentimento, faccio un paio di premesse. Doverose perchè in assenza di esse potrei essere frainteso.

Premessa 1. I tifosi della Salernitana, o meglio della Bersagliera, ci hanno fatto il callo. Siamo stati “impastati” con le nostre lacrime fin dai primi vagiti agonistici di inizio secolo. Nati per soffrire, nati per stare accanto alla maglia sempre e comunque. Al di là del risultato, della categoria.

Premessa 2. Chi è chiamato a informare i tifosi della Salernitana dovrebbe essere sempre mosso da un principio di fondo: riportare le notizie reali, riportare le critiche costruttive, riportare i retroscena veritieri, ma sempre – e sottolineo sempre – nell’esclusivo rispetto di un dogma, la tutela del lettore. Al bando – dunque – quelli che – giornalisti e non – si affannano sul web alla ricerca dello scoop a tutti i costi, quelli che sono a libro paga da questo o quel soggetto, quelli che parlano con la “pancia” alla “pancia della gente, quelli che sono esclusivamente innamorati di se stessi.

Premessa 3. La storia, i numeri e le immagini non possono essere confutate. La realtà e la verità saranno sempre superiori alle menzogne ed ai sotterfugi. E bisogna sempre parlare in base a storia, numeri ed immagini. Il tempo resta un galantuomo e cancella via coloro i quali fanno della macchina del fango uno stile di vita.

Tutto ciò premesso, è chiaro a tutti che questa Salernitana è in crisi. Crisi non solo di risultato – mi permetto forse il male minore – ma di gioco, di identità e di compattezza di spogliatoio. Siamo nel bel mezzo di una tempesta e siamo chiamati – tutti insieme – ad uscirne indenni ed a condurre la nave in porto. Ma è giunto il momento che il “capitano” salga sul ponte di comando e impartisca ordine e disciplina. E’ il momento che il presidente Iervolino – additato da parte della tifoseria di essere l’unico responsabile di tutta la storia – esca allo scoperto, parli alla piazza ed agli organi di informazione e comunichi ufficialmente le decisioni della società per uscire da questo tunnel.

Noi non dimentichiamo il 31 dicembre 2021, non dimentichiamo i risultati sportivi più alti mai raggiunti dalla Salernitana in quasi 105 anni di vita (saranno 105 il prossimo 19 giugno), non dimentichiamo le emozioni, le gioie e il senso di fierezza dopo essere stati “liberati” dalla precedente società (quella sì della scalata dalla D alla A, ma anche quella della “retrocessione” nell’anno del centenario – salvati solo dai guai giudiziari del Foggia -, quella delle figuracce in tutta Italia e degli sfottò per essere soltanto la “lavanderia della Lazio” e via discorrendo). Ma ora dobbiamo guardare avanti ed avere garanzie per il futuro. La tifoseria granata non può ricevere solo silenzi di circostanza e assenze. Occorre metterci la faccia, il cervello e soprattutto il cuore. Cuore granata, ovviamente!

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