Lo stadio Arechi compie 30 anni. Il 9 settembre 1990 veniva inaugurato il nuovo impianto cittadino in via Allende in occasione della partita Salernitana-Padova. Sebbene fosse incompleto, in quanto le due curve non erano ancora state ultimate, quel giorno erano presenti circa 20.000 spettatori, tutti entusiasti di rivedere la Salernitana in Serie B dopo 24 anni. Il match ha inizio dopo la benedizione dell’arcivescovo di Salerno, il monsignor Grimaldi. Per un curioso scherzo del destino, entrambi i capitani di Salernitana e Padova sono salernitani: Marco Pecoraro Scanio e Giuseppe Galderisi. Lo 0-0 finale rovina un po’ il clima di festa, ma la storia del nuovo stadio salernitano sarà ricca di eventi.
Il 3 febbraio 1991, in occasione del 2-0 rifilato al Brescia, viene inaugurata la Curva Sud, protagonista negli anni a venire di spettacolari coreografie. Qualche mese più tardi, il 28 aprile, nel match contro il Taranto si inaugura la Curva Nord. L’1 maggio, con lo stadio ultimato in ogni suo settore, il Comune di Salerno ufficializza l’intitolazione dell’impianto al principe longobardo Arechi II. Quella sera sul prato di via Allende è di scena la Nazionale italiana per la partita di qualificazione agli Europei 1992 contro l’Ungheria. L’Arechi è gremito e gli “Azzurri” ripagano vincendo 3-1 con la rete di Vialli e la doppietta di Donadoni. L’Italia tornerà all’Arechi nel 1995, battendo 4-1 l’Estonia, e nel 1998 pareggiando 2-2 con la Spagna. Proprio nel 1998, l’Arechi è stato scelto come campo neutro dalla Fiorentina per la sfida di Coppa UEFA contro gli svizzeri del Grasshopper. La partita, però, è ricordata per la bomba carta lanciata dagli spalti che ferì il quarto uomo e causò la sconfitta a tavolino dei “Viola”. Questo non ha impedito al calcio internazionale di tornare all’Arechi nel nuovo millennio. Nel 2006 l’Argentina dell’astro nascente Lionel Messi affronta e batte 2-0 l’Angola sul prato salernitano per preparare gli imminenti Mondiali di Germania. L’Arechi è stato teatro del Mundialito Under 16, organizzato dalla Scuola Calcio Primavera, che ha animato per anni le estati salernitane ed ha visto la partecipazione di giovanissimi futuri campioni come Tevez, Giovinco e Menez. Il fascino dell’Arechi ha attirato anche i pluricampioni d’Italia della Juventus che hanno scelto il “Principe degli stadi” per giocare alcune amichevoli: nel 2009 contro il Villarreal, nel 2011 contro il Real Betis e nel 2012 contro il Malaga. La scorsa estate l’Arechi è stato il teatro principale delle Universiadi, manifestazione che ne ha imposto un’opera di restyling. Il torneo maschile è stato vinto dal Giappone, con gli “Azzurrini” vincitori della medaglia di bronzo dopo aver regalato buone prestazioni al pubblico salernitano. Le ragazze azzurre, invece, hanno disputato soltanto una partita all’Arechi, persa 2-1 contro le nipponiche.
Ma la vera storia dello stadio Arechi va di pari passo con quella della principale squadra cittadina, la Salernitana. I granata negli ultimi trent’anni hanno regalato gioie e dolori in un’altalena di emozioni costellata di memorabili promozioni e amare retrocessioni. Il punto più alto è inevitabilmente il biennio 1997-99 con la promozione in A culminata col pareggio col Venezia e le vittorie di lusso contro le big del calcio italiano. In un Arechi strapieno sono cadute la Lazio, la Roma, l’Inter e la Juventus. Altrettanto memorabile è il ritorno in Serie B del 1994 con il primo squadrone targato Delio Rossi, colui che è diventato profeta nella città di San Matteo. Purtroppo quel periodo d’oro del calcio salernitano, che erano gli anni Novanta, è terminato in modo tragico. La retrocessione in B dopo la trasferta di Piacenza sfociata nella tragedia del treno è stato una sorta di anno zero da cui niente è stato più come prima. Il nuovo millennio è stato avaro di soddisfazioni per la Salernitana, eccetto per la vittoria nel derby col Napoli e il gol di Lazzaro al 94′ nel 2002. La retrocessione revocata nel 2003 per il Caso Catania è stata pagata a caro prezzo due anni più tardi con l’esclusione dal calcio professionistico e il fallimento, dopo una salvezza sofferta nel match thriller dell’Arechi contro l’Ascoli. L’Arechi da quell’estate ha ospitato la nuova Salernitana Calcio, la quale ha riportato Salerno in Serie B nel 2008, mentre la Salernitana calciava gli ultimi palloni nei campi sterrati della Terza Categoria. Il “Principe degli stadi” riabbraccia l’ippocampo nel 2009 assistendo, però, ad una deludente retrocessione in C1. Una retrocessione resa ancora più amara dall’effimera vittoria contro il Verona del 2011 con conseguente fallimento societario. L’Arechi conosce per la prima volta la Serie D grazie al neonato Salerno Calcio, terza squadra cittadina a calcare il prato di via Allende. I blaugrana conquistano subito la Seconda Divisione, riprendendo la denominazione US Salernitana e proseguendo la gloriosa storia granata. L’Arechi diventa il fortino di una squadra sempre competitiva e che in pochi anni riconquista la Serie B al termine di un testa a testa con i cugini del Benevento nel 2015. Gli ultimi anni in cadetteria sono trascorsi con poche emozioni, affidate ai derby con l’Avellino e alle coreografie della Curva Sud. Decisamente troppo poco per una piazza come Salerno desiderosa di tornare a calcare palcoscenici importanti ed essere di nuovo quella mina vagante che faceva tremare le big di Serie A. Lo merita l’Arechi, nobile trentenne invidiato da mezza Italia.