E chi glielo spiega all’amico/parente/conoscente di turno cos’è la Salernitana? E chi lo può capire – se non sei “pisciauolo dentro” – che ti viene da piangere solo se pensi a domani, a quei gradoni, alle casacche granata che scendono in campo, a quel sogno da azzannare con il cuore? Nessuno, nessuno oltre noi. Noi siamo salernitani, gente destinata dalla storia a soffrire in ogni contesto. Non ne parliamo poi se il contesto ha la forma di una sfera di cuoio presa a calci da 11 indiavolati. Cuori in fiamme. E’ il titolo di una canzone che fa da sottofondo musicale ad un film, Rocky, dove c’è un pugile che sovverte ogni pronostico e batte il proprio avversario col “cuore in fiamme”.
E domani dovremo essere un unico cuore in fiamme, capace di incendiare l’Arechi e di scaldare muscoli e testa ad un gruppo di ribelli e visionari, guidati da un comandante – alias Walter Sabatini – che non sa più cosa inventarsi per “sovvertire” la storia di questo campionato e riscriverla a modo suo. Ribelli e visionari a partire da Davide Nicola, maestro nel suo essere “umano” e capace di aggredire un pensiero stupendo, troppo stupendo. Ribelli e visionari perchè se c’è un gruppo di “pazzi” in maglia granata che sta facendo parlare l’Italia e non solo lo dobbiamo ad un altro “visionario”, alias Danilo Iervolino, venuto a Salerno in punta di piedi ma diventato in breve simbolo del riscatto di una intera città.
Cuori in fiamme. E lo saranno. Perchè dobbiamo mettere a tacere ogni polemica, ogni veleno che serpeggia nell’animo dei tifosi, troppo distratti a pensare a biscotti e complotti, orditi da altri. E’ vero, il palazzo esiste ed ha le sue regole. Ma esistono anche le imprese incredibili, i condottieri imbattibili, le squadre leggendarie. E questa Salernitana – al di là di quello che sarà il verdetto del 22 maggio prossimo – ha già scritto la favola calcistica più bella degli ultimi 30 anni. Dall’inferno al paradiso, sembra il titolo di una pellicola drammatica. Invece è il resoconto impietoso e glorioso di un manipolo di “campioni” chiamati a raccolta da Sabatini con la promessa di vivere in trincea per sei mesi, nel fango tiratoci addosso dai benpensanti di turno (alcuni ancora perdutamente innamorati di chi a Salerno ha fatto il proprio comodo per anni, infischiandosene altamente della dignità di un popolo) e tra mille difficoltà di ogni sorta. Loro – i ribelli e visionari – non hanno mosso nemmeno il sopracciglio. Si sono rimboccati le maniche ed hanno iniziato a macinare gioco e punti.
Domani altra finale di Champions per noi. Il Cagliari è un sasso grosso da togliersi dalle scarpe, fa male e si sente. Ma questa Salernitana non deve farsi distrarre da nulla, deve pensare unicamente a come sa giocare e andare avanti, fino alla fine. Dove ovviamente si ritroverà sempre e comunque immersa nel calore della gente di Salerno. Cuori in fiamme. E scottatevi pure!