di Giovanni Di Domenico

“Fui abbandonato in un convento dai miei genitori naturali, quando ancora ero un neonato. Per fortuna, dopo poco tempo, trovai una famiglia che fin dall’inizio mi trasmise tutto l’amore e l’affetto che qualcun altro aveva scelto invece di negarmi. Il destino, tuttavia, aveva in serbo ancora altro per me. Avevo poco più di due anni e in seguito ad un incidente stradale passai attraverso il vetro di un’auto, provocandomi un enorme squarcio al volto. Da quel momento, nessuno mi guardava o mi giudicava per le mie qualità tecniche, o perché ero una brava persona. Tutti, tranne i miei genitori, commentavano il mio aspetto fisico e giudicavano dall’alto delle loro conoscenze la bruttezza del mio viso dovuta ovviamente alla ferita. Mi sentivo giudicato. Oppresso. Nonostante fossi giovane e mi recasse molto fastidio, non versai mai una lacrima, anche se soffrii da matti. Devi essere molto sano di mente per resistere allo scherno degli altri bambini, ma peggiori erano gli sguardi degli adulti. Mi fissavano a lungo finché i miei genitori mettevano l’espressione da duri: ‘Qualche problema?’. Allora erano gli altri a vergognarsi. Senza calcio sarebbe stata dura uscire da quel casino. Forse impossibile. Adesso però, sono quasi orgoglioso dello squarcio, senza, sarei troppo normale, non avrei avuto il carattere che ho ora. Mi ha dato forza, mi ha insegnato a reagire e ad affrontare le situazioni più dure della mia vita e di questo ne vado fierissimo. Non mi sottoporrò mai alla chirurgia estetica perché questa ferita fa parte di me. Mi ha forgiato e reso un uomo migliore e non intendo per nessun motivo al mondo cancellarla”.

Compie oggi 39 anni Franck Ribery, uno degli esterni più forti del nuovo millennio. La sua carriera è legata principalmente al Bayern Monaco, con cui ha vinto ben nove Bundesliga, sei Coppe di Germania, cinque Supercoppe di Germania, una Champions League, una Supercoppa UEFA e un Mondiale per Club, senza dimenticare il Pallone d’Oro sfiorato nel 2013 e i numerosi premi individuali.

Dopo un biennio trascorso alla Fiorentina, il suo arrivo a Salerno è stato accolto in pompa magna con una presentazione da urlo all’Arechi. L’avventura in granata era iniziata sotto i migliori auspici, il francese è riuscito a conquistare la tifoseria con una serie di prestazioni da leader, che gli sono valse anche la fascia da capitano. Negli ultimi mesi, però, il Covid e gli infortuni ne hanno frenato il rendimento. L’incidente stradale in cui è rimasto coinvolto lo scorso 28 febbraio gli è costata l’esclusione per motivi disciplinari in occasione delle gare contro Inter e Sassuolo. Ribery ha iniziato a rimettere minuti nelle gambe giocando due spezzoni contro Juventus e Torino. Tuttavia, l’ex Bayern è ancora a secco in questa stagione. Chissà che il primo gol non possa arrivare proprio all’Olimpico, dove potrebbe affiancare Djuric dal 1’, vista l’assenza dello squalificato Bonazzoli.

“La salvezza sarebbe come un trofeo” la confessione di FR7 in un’intervista rilasciata recentemente a Sky Sport. La missione resta difficile, se non impossibile, ma il fuoriclasse francese dovrà nuovamente caricarsi la squadra sulle spalle, così come ad inizio stagione. Serviranno anche le sue giocate per continuare a credere nel miracolo. Macte Animo, Franck!

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