La Salernitana si appresta a visitare lo stadio Olimpico di Roma per affrontare la Lazio dell’ex co-patron Lotito. Per conoscere meglio l’ambiente laziale e capire che partita ci aspetta, la redazione di SalernitanaLive ha avuto il piacere di chiacchierare con l’avvocato Gian Luca Mignogna, direttore editoriale del sito LazioStory.it.

Domani c’è la sfida Lazio-Salernitana, due squadre che nell’ultimo decennio sono state accomunate dalla stessa proprietà e sarà una sorta di derby per Lotito. Qual è il suo punto di vista sulla “convivenza” coi granata?
“Il mio punto di vista personale è che sotto il profilo manageriale e societario, sia la Lazio sia la Salernitana hanno avuto dei grossi benefici dalla gestione Lotito. Non c’è dubbio che le due società in questo decennio si sono ben strutturate e anche calcisticamente hanno raggiunto risultati importanti. La frizione che si è creata quest’estate è sotto gli occhi di tutti ed ha danneggiato la Salernitana perché si è trovata da un momento all’altro a dover cambiare forzosamente struttura societaria con tutte le conseguenze del caso, compreso il calciomercato. Il giudizio sull’ultimo periodo è negativo per la Salernitana, ma invece sul lungo periodo il bilancio è sicuramente positivo, sia per la Lazio sia per i granata. Poi sotto il profilo relazionale il presidente Lotito ha avuto problemi sia a Roma sia a Salerno, ma questo direi che è un altro discorso, su cui certamente il presidente può e deve migliorare. Io distinguerei l’aspetto personale-relazionale e quello amministrativo-societario”.

Nella gestione Lotito sono stati tanti i calciatori inviati in prestito dalla Lazio alla Salernitana, ma soltanto Strakosha, Luiz Felipe ed Akpa Akpro sono riusciti ad imporsi in prima squadra con la maglia biancoceleste.
“C’è stato un grosso scambio di giocatori, è chiaro. Come c’è stato uno scambio di giocatori anche con altre squadre ed anche tra altre società. È chiaro che poi il professionismo, la concorrenza tra calciatori e a volte anche la fortuna possono fare la differenza. È normale che in percentuale soltanto alcuni riescono ad affermarsi a discapito di altri. Questo succede anche con le formazioni Primavera: non tutti i ragazzi riescono ad affacciarsi in prima squadra. Adesso nella Lazio c’è Raul Moro che si è fatto strada ed è regolarmente convocato e impiegato da Sarri. Molto dipende anche dalle circostanze, dalla fortuna, dalla famiglia e da tanti fattori che sono imponderabili ovviamente”.

Nella Lazio c’è anche Andrè Anderson che, nonostante abbia lasciato il segno sulla promozione in A della Salernitana, quest’anno ha giocato appena 20 minuti.
“Andrè Anderson è un gran bel giocatore. Deve migliorare ancora un po’ sotto il profilo della dinamicità, però chiaramente ha piedi buoni e senso della posizione. È un profilo che in prospettiva può crescere ancora”.

Strakosha e Luiz Felipe sono tra i calciatori che sono esplosi alla Lazio dopo aver deluso per motivi diversi alla Salernitana, a differenza di Andrè Anderson ed Akpa Akpro che in biancoceleste hanno confermato quanto di buono fatto a Salerno.
“Specialmente Luiz Felipe è cresciuto tanto, tant’è che è arrivato fino alla convocazione nella nazionale brasiliana olimpica. È veramente un gran bel giocatore. Credo che abbia fatto tanto, ma può arrivare a livelli ancora più alti. Se continua così credo che abbia tutte le potenzialità per essere addirittura convocato con la nazionale maggiore. Strakosha, invece, è in un periodo di involuzione, tant’è che sono due anni che, prima Inzaghi e poi Sarri, gli preferiscono Reina. Spero per lui che si riprenda perché è un ragazzo giovane con tutta la carriera davanti, però torniamo al discorso di prima. A volte la differenza la fa anche il carattere, la personalità. Credo che alla fine si affermino quei calciatori che oltre alle doti tecniche, alla famiglia e allo staff, abbiano forza, carattere, mentalità e personalità. Sono queste le caratteristiche che fanno la differenza”.

Immobile ha mosso i primi passi nella scuola calcio della Salernitana ed è diventato giovedì sera il miglior marcatore della storia della Lazio superando un certo Silvio Piola. Si aspettava un rendimento simile quando è arrivato a Roma nel 2016?
“Mi aspettavo un rendimento alto perché Ciro Immobile, a parte una parentesi sfortunata in Germania, aveva sempre garantito delle prestazioni elevate. A Roma è esploso in una maniera incredibile. Ha trovato l’ambiente giusto, la società giusta, una tifoseria che lo adora e lui sta ripagando con prestazioni eccelse condite a suon di gol, abbattendo ogni primato possibile e immaginabile. Un po’ sono rimasto sorpreso perché francamente pensavo il record di Piola restasse ancora in auge per tanti anni. Immobile è arrivato a 160 gol. Piola ne aveva segnati 159, compresi i 10 della Coppa Europa Centrale 1936-37, la Coppa Campioni dell’epoca persa dalla Lazio in finale contro il Ferencvaros. L’UEFA non ha ancora riconosciuto questi 10 gol di Piola. Sin da bambino ho visto giocare con la Lazio centravanti come Chinaglia, Giordano, Signori, Rocchi ed in tanti hanno provato a raggiungere i numeri di Piola senza successo. Ciro Immobile ci è riuscito ed è un fuoriclasse. Ha fatto il record di 36 reti in un campionato di Serie A, è stato tre volte capocannoniere, è campione d’Europa in carica, ha battuto il record ufficiale e sociale di Silvio Piola. Francamente non capisco come a volte non vengano esaltate le sue doti a livello nazionale”.

Domani ci saranno più 5.000 tifosi granata all’Olimpico. Che partita si aspetta in campo e sugli spalti?
“Sono simpatizzante della Salernitana perché spesso vengo in vacanza da quelle parti. Adoro Salerno e adoro il Cilento, quindi mi fa piacere che la Salernitana sia in Serie A e che abbia una piazza così calda e affezionata alla propria squadra. È una piazza che avrebbe meritato di avere più tempo a disposizione per costruire una rosa da Serie A e poter programmare meglio il futuro. Mi auguro che resti in Serie A perché il calcio italiano ha anche bisogno delle società del sud. Non è possibile vedere soltanto società settentrionali che la fanno da padrone. Ovviamente l’augurio di permanenza in A è posticipato a dopo domenica perché da laziale mi auguro che la Salernitana non tolga punti alla Lazio domani. Mi aspetto una partita interessante. Colantuono è sicuramente molto bravo. Ha il difetto di essere romanista, però sul piano tattico è sicuramente un tecnico preparato che sa impostare le partite. Mi aspetto un duello che sarà presumibilmente incentrato sul pressing alto che in genere fa Colantuono e il giropalla con successiva verticalizzazione che fa la Lazio di Sarri. Ecco, è su questo aspetto che si giocherà la partita. Ovviamente la Lazio è favorita, ma deve stare attenta a non sottovalutare la Salernitana”.

Come giudica la Salernitana finora e che potenzialità ha per salvarsi?
“Sicuramente ha alcuni giocatori molto importanti. Ribery in primis, ma ci metterei anche Gondo che è un buon centravanti, un buon attaccante. Tra quelle che stanno lottando per non retrocedere, la Salernitana ha sicuramente buone potenzialità per salvarsi, nonostante sia partita con uno svantaggio dal punto di vista del calciomercato”.

La Lazio può puntare alla Champions League?
“Per ora il campionato dice che ci sono tre squadre che probabilmente lotteranno per lo scudetto, cioè Napoli, Milan e Inter. Dopodiché c’è una zona in cui tante altre squadre possono lottare per l’ultimo posto disponibile per la Champions e per i posti validi per l’Europa League. La Lazio è tra queste, insieme alla Roma, alla Juventus ed alle outsider Fiorentina, Verona e Atalanta, che è sempre una signora squadra. Credo che la Lazio alla fine ce la possa fare perché sto vedendo che Sarri pian piano sta facendo quadrare i conti da un punto di vista tattico e tecnico. Al di là di qualche scivolone dovuto anche agli impegni fin troppo ravvicinati, la Lazio ha tutte le possibilità per arrivare in Champions. Inoltre, dispone di calciatori fenomenali dal punto di vista tecnico come il già citato Immobile, come Pedro, Milinkovic-Savic, Luis Alberto e Lucas Leiva. A questi aggiungo anche Cataldi, a proposito di giovani che vengono dalla Primavera. Quest’anno Cataldi si sta imponendo come un play molto dinamico, molto costruttivo nella fase offensiva, ma anche bravissimo sul piano dell’interdizione. Ripeto, la Lazio può qualificarsi alla Champions ed il tempo gioca a favore. Sarà comunque una lotta serrata dove un punto, gli scontri diretti e la differenza reti giocheranno un ruolo decisivo. Dopo la gestione Inzaghi, la Lazio adesso è all’inizio di un nuovo percorso che è destinato a svilupparsi in almeno un paio di anni”.

Di cosa tratta il sito Laziostory.it di cui lei è direttore editoriale?
“Laziostory è un sito che ho avuto il piacere e l’onore di fondare nel 2016 insieme all’attuale direttore responsabile Fabio Belli. È un sito no profit ed è il punto di riferimento del Comitato Consumatori Lazio che si occupa di storia, di cronaca e di attualità biancazzurra, come recita la testata. A me piace molto dirigere questo sito perché nel tempo si è conquistato gli spazi giusti in una galassia di siti che parlano di Lazio, a Roma e non solo. Sono circa quaranta le testate che parlano di Lazio. Laziostory si è inserita stabilmente tra le primissime posizioni in base all’indicizzazione Google e questo mi rende molto orgoglioso. Mi piace molto seguire la Lazio attuale, ma anche ricostruire tante cose del passato. In particolare, ci occupiamo della questione dello scudetto del 1915. È una questione tutt’ora aperta e ancora sul tavolo federale, ma speriamo si possa concludere quanto prima. Siamo riusciti a dimostrare oggettivamente che quello scudetto non è mai stato formalmente assegnato. Quell’anno la Lazio fu campione del centro-sud così come il Genoa fu campione del nord e perciò riteniamo l’ex aequo la soluzione più giusta per definire questa controversia ormai secolare, così come per altro la commissione della FIGC ha già stabilito. Chi visita Laziostory trova tante cose a livello di statistica e di profili personali di calciatori storici. Personalmente sto conducendo una campagna per verificare quali fossero i colori originali della Lazio. Si dibatte, infatti, se fosse biancoceleste, come è attualmente, o se fosse biancazzurro, come è stato per tutto il secolo scorso. Credo di aver scoperto che la Lazio è nata biancazzurra e lo è stata per 100 anni. Poi, a cavallo del nuovo millennio, questi colori si sono un po’ affievoliti e sono diventati biancocelesti. La Lazio è nata il 9 gennaio 1900 prendendo ispirazione dalla bandiera della Grecia. Quel giorno la bandiera ellenica era biancazzurra, come confermato dalla consultazione dell’ambasciata di Grecia e da una ricerca attraverso gli istituti vessicologici”.

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