Il Consiglio di Lega A ha deliberato ieri il nuovo format della Coppa Italia. Il torneo tricolore ha ridotto il numero delle squadre partecipanti a 40, di fatto comprendendo solo i club di Serie A e Serie B, già dal prossimo agosto. Escluse dunque 29 squadre di Serie C e 9 di Serie D. L’obiettivo della Lega Serie A è quello di snellire il calendario delle squadre e garantire partite più appetibili fin dai primi turni, così da invogliare le emittenti tv ad investire nella Coppa Italia. Un principio molto simile a quello della Super League che poche settimane fa ha scosso il mondo del calcio. I top club europei, infatti, propendevano per la creazione di un torneo elitario per ricavare maggiori introiti dalle tv garantendo match di primo piano con maggiore frequenza. I tifosi degli stessi club, oltre ai sostenitori delle squadre considerate “minori”, hanno alzato la voce ed il progetto Super League è stato accantonato. Anche adesso per quanto riguarda la Coppa Italia, non si sono fatte attendere le reazioni, in primis quella del presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli: “La decisione della Serie A di escludere le squadre di Lega Pro dalla Coppa Italia non solo viola diritti consolidati, ma è espressione di una concezione elitaria del calcio, incapace di avere una visione di sistema. Lunedì è convocato il Consiglio direttivo della Lega Pro, che adotterà ogni iniziativa per tutelare i diritti delle proprie squadre e per salvaguardare una cultura del calcio che sia rispettosa dei valori più autentici dello sport. Innovare è giusto, ma salvando la coesione del sistema calcio” . Il nuovo format dovrà attendere la ratifica della FIGC per entrare ufficialmente in vigore. Un format che va in controtendenza con quanto avviene in Inghilterra, in Francia e in Olanda, dove la coppa nazionale è aperta a tutti i club, sia professionistici che dilettantistici, permettendo a tutti di poter sognare di arrivare in fondo o quantomeno affrontare i giganti del calcio. Sarebbe bello e affascinante riproporre un format simile anche in Italia, o magari introdurre una seconda competizione tricolore: una coppa nazionale aperta a tutti ed una coppa di lega chiusa ai club di A e B.

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