Il mister della Salernitana Paulo Sousa è interrvenuto presso la sala stampa del centro sportivo Mary Rosy per la consueta conferenza di presentazione del match contro l’Inter, in programma domani pomeriggio allo stadio Arechi di Salerno. Di seguito tutte le dichiarazioni del tecnico granata:
La gestione Sousa è caratterizzata dall’impiego costante di 8-9 giocatori a scapito di altri. Si andrà avanti sulla strada della continuità o potremo vedere variazioni da qui alle prossime gare?
“Se vedete il mio percorso da allenatore vale anche il contrario. Cerco un equilibrio e una identità, ma voglio che tutti i calciatori si sentano parte integrante del progetto. Nell’arco della settimana ciascun atleta aggiunge conoscenze al suo bagaglio. Quando sono arrivato ho trovato una situazione particolare, ma ho cercato comunque di trasmettere concetti che potessero essere chiari e che ci dessero organizzazione difensiva senza speculare sugli errori degli avversari. Ho una idea completamente diversa da quella del mio collega Nicola. Scelgo di volta in volta anche in base all’avversario. Io non mi voglio soffermare sui singoli, ma oggi posso parlare diversamente. Mi soffermo su Bonazzoli. Dal punto di vista tecnico può fare la differenza, potenzialmente è un attaccante top e può essere micidiale. Noi, però, abbiamo bisogno di tante altre cose. Qui siamo alla Salernitana, siamo in difficoltà e devo avere risposte che vadano oltre l’aspetto qualitativo”.
Come si affronta l’Inter dopo aver ottenuto 5 risultati utili di fila e con un bel vantaggio sulla terzultima?
“Ho letto un po’ quanto accaduto negli altri campionati dopo la sosta per le nazionali, ho notato che tanti colleghi hanno avuto difficoltà. A La Spezia mi aspettavo una gara piena di contenuti, un po’ come accaduto nella prima parte. Tuttavia, nel secondo tempo, ho visto una Salernitana che perdeva progressivamente il controllo della partita attraverso il possesso palla ed è per questo che ho inserito Maggiore e Bohinen. Non è andata come speravamo, è un dato di fatto ed è evidente a tutti. Le varianti e le motivazioni sono tante, comprese l’atteggiamento aggressivo dell’avversario e le dimensioni diverse del rettangolo di gioco. Ma la settimana mi aveva fornito indicazioni differenti. Se, però, porti a casa punti pur non giocando al tuo livello significa che sei sulla strada giusta. A noi interessa muovere la classifica, per il resto ci sarà tempo. Quanto alla sfida con l’Inter, bisogna essere orgogliosi di affrontare una squadra del genere. Abbiamo preparato la nostra strategia, ci saranno spazi nei quali inserirci per avere vantaggi rispetto al comportamento degli avversari. E’ chiaro che dovremo stare attenti al reparto offensivo dell’Inter, occorreranno convinzione, determinazione e gioia perchè i nerazzurri hanno la miglior rosa individuale della serie A. In tanti momenti occorre la consapevolezza che dovremo soffrire, sperando che ci possa accompagnare anche un pizzico di fortuna. E la porteremo dalla nostra parte solo se saremo bravi dal primo all’ultimo minuto”.
L’Inter è reduce da un periodo negativo, il loro obbligo di vincere e la stanchezza per la coppa potrebbero giocare a favore della Salernitana?
“Non credo a una squadra stanca. Hanno vinto la Supercoppa, sono in semifinale di Coppa Italia e sono tra le prime otto in Europa. Solo in campionato sono leggermente in ritardo, ma ci sono tutti i presupposti per restare tra le prime quattro e qualificarsi in Champions. Hanno una rosa ampia, individualmente di qualità, che consente di trovare sempre soluzioni. Dovremo mettere in campo armi diverse, ma non aspettatevi un avversario stanco fisicamente e mentalmente. Sono ed erano in grado di vincere tutte le competizioni”.
Un suo ricordo dell’esperienza all’Inter?
“Non vivo di ricordi, sono proiettato al presente. Io penso a ciò che posso controllare, avevo la stessa mentalità anche quando ero giocatore. So che è una società importante, di tradizione, e qui ho trovato tantissimi campioni. Mi sono divertito a giocare lì. Ero a Dortmund, mi chiamò Moratti e riuscì a portarmi a Milano strappandomi a due società importantissime spagnole. C’era Ronaldo, il migliore al mondo in quel momento. Sposavano la mia mentalità: volevano vincere tutte le partite”.
Avete parlato delle vicende che vedono la Salernitana indirettamente coinvolta in queste ore?
“Assolutamente no, parlo di ciò che riguarda me e che posso controllare. Il mio pensiero è l’Inter. Il direttore sportivo mi ha aggiornato, ma non c’è nessuna preoccupazione da parte della Salernitana e della società”.
Inter molto forte sul gioco aereo, pensa a una Salernitana più attrezzata sul piano fisico?
“Parto dal centrocampo. I loro mediani non sono tanto alti, ma fisici. Contro tutti gli avversari, soprattutto contro chi è tecnicamente inferiore, dimostrano di essere forti sulle palle inattive. Proprio per questo ho studiato, mi sono aggiornato e ho trasmesso le mie idee alla squadra. Avevo pensato a Fazio titolare, ma purtroppo anche ieri ha avuto qualche problema e non sarà inserito nell’elenco dei convocati. Attacco? Piatek sta lavorando bene. Non partirà sempre dal primo minuto, toccherà a me trovare altre soluzioni quando deciderò di non schierarlo dall’inizio”.
Battere l’Inter significherebbe essere salvi?
“Abbiamo acquisito consapevolezza e identità. Ogni momento è buono per avvicinarsi al nostro obiettivo, teoricamente la chance era arrivata già a La Spezia domenica scorsa. Abbiamo già ottenuto un risultato positivo col Milan, tra l’altro con una prestazione di livello. Ci deve essere voglia e orgoglio di affrontare avversarie del genere. La gioia e la convinzione non devono mai mancare. Tocca a noi rendere orgogliosi i tifosi, vanno rappresentati al massimo perchè lo meritano. Poi non è detto che porteremo sempre a casa punti a cospetto delle big, ma è obbligatorio creare i presupposti per crederci”.
A centrocampo dispone delle caratteristiche adatte al suo sistema di gioco?
“Io devo lavorare con tutti con l’obiettivo di migliorarli. L’organizzazione nelle due transizioni fa la differenza, occorre abbinare qualità e quantità. A volte può essere utile mettere un uomo in più a centrocampo. Dipende anche dall’avversario. Io ho trasmesso le mie idee, i ragazzi le stanno assimilando e sanno che voglio il massimo da tutti e in ciascun reparto. A Milano abbiamo fatto una partita strepitosa, può capitare che lì Bohinen faccia grandi cose mentre a La Spezia ci sia un passo indietro. Io ho fiducia in ogni tesserato della Salernitana”.
Giocherà Vilhena?
“Qualcuno giocherà…”
Come ha reagito Pirola all’errore di domenica?
“Ho parlato subito con lui, spiegandogli cosa si dovesse fare. A livello difensivo è fortissimo, sulla costruzione bisogna lavorare. E il discorso riguarda tutti i difensori che ho a disposizione. A volte è anche questione di postura del corpo, se sbagli atteggiamento inviti l’avversario a metterti pressione. Se guardi avanti è molto più semplice saltare l’uomo o servire un compagno smarcato. Però dobbiamo ricordarci che migliorare su certi aspetti richiede tempo. E’ vero, l’ho visto triste e si sentiva in colpa, ha manifestato il suo malcontento anche sui social. Ma la colpa è sempre di tutti, a partire da me”. (Nella circostanza ha preferito non rispondere alla domanda sul post di Sepe, anche su “invito” dell’addetto stampa)
Dove vede meglio Vilhena?
“Sul duello non è Coulibaly, ma stiamo lavorando anche su questo. In nazionale fece anche l’esterno. E’ un ottimo palleggiatore”.