di Giuseppe Barbato

“Dobbiamo andare avanti non sono queste le partite che dobbiamo vincere noi, con queste partite dobbiamo costruire quelle che dobbiamo vincere”, partiamo da qui. Dal fondo, dalle parole di Pippo Inzaghi dopo Salernitana-Napoli. Dire che lasciano perplessi è un eufemismo perché nel calcio i tre punti sono sempre in palio e chi non lo pensa è perdente nell’atteggiamento. Anche perché la partita non ha detto questo, almeno per 55-60 minuti. La Salernitana ha provato a mettere in difficolta il Napoli, ad attaccarlo e l’atteggiamento con quattro attaccanti all’inizio è quello giusto. Solo una squadra che non ha paura, che attacca con tanti uomini e tiene un baricentro alto può giocarsela.

Come ha giocato la Salernitana ieri? Partendo da un riferimento centrale. La partita di Ikwuemesi non è stata solo botte e appoggi ai compagni. Tanti movimenti ad attirare i difensori azzurri e aprire varchi; anche nell’interazione con Dia si sono visti sprazzi di affinità e opzioni di gioco valide. La Salernitana ha cercato di lavorare stringendo su un lato di campo per poi giocare con i raddoppi dall’altro lato. Tante volte Candreva ha sventagliato il campo verso Mazzocchi e Tchaouna, per mettere pressione sui terzini del Napoli e abbassare le mezzali. In questo modo la Salernitana si apriva il campo con più opzioni: 1 contro 1, cross al centro, ulteriore cambio gioco, palla a rimorchio sul centrocampista. Le seconde palle, per la prima volta in stagione, sono state una possibilità per i granata.

Il Napoli di Garcia è stato abile a lavorare proprio sui palloni riconquistati dai granata, portando tanta pressione in zona palla. Il recupero da cui nasce il primo gol azzurro, al netto del fuorigioco, ne è la dimostrazione lampante. Qui vanno assolti i giocatori granata: la scelta generale di voler giocare il pallone è giusta. Chiaramente dovrà migliorare il decision making sulla singola situazione, però spazzare e basta quando si è in difficoltà non paga. Il potenziale per distendersi in avanti, da quella situazione, e creare la ripartenza non manca. Sul versante difensivo si sono alti e bassi: buono il pressing alto, il Napoli non ha quasi mai costruito da dietro; gestione discreta del blocco difensivo e si sono rivisti gli anticipi dei difensori. Fazio e Pirola sono quelli più dotati in tal senso, attuarli in alcune situazioni è utilissimo.

In cosa però deve migliorare tanto la Salernitana? Deve prima di tutto non stravolgere il proprio assetto. La squadra è in un momento troppo precario, di classifica e di gioco. Il cambio Mazzocchi-Botheim è stato troppo per una squadra che sta costruendo il suo equilibrio, tra il 4-2-3-1 e il 4-3-3. Deve occupare di più e meglio l’area di rigore, la Salernitana è arrivata spesso al limite ma non riusciva a creare i varchi giusti per incidere negli ultimissimi metri. A prescindere dall’avversario perché il Napoli nel secondo tempo ha tirato i remi in barca, in attesa che la Salernitana si scoprisse troppo. Si sono rivisti i limiti del gioco di Garcia, troppo attendista e scolastico rispetto alle qualità degli azzurri. Qui pesa l’ingresso di Trivante Stewart: il jamaicano non ha fatto quel lavoro di riferimento, facendosi tagliare fuori dai centrali avversari con troppa facilità.

Contro il Sassuolo, stando alle parole del mister, bisogna vincere. Anche la classifica non ammette altre opzioni. La realtà delle cose sull’atteggiamento che la squadra avrà a Reggio Emilia: dovrà giocare in questo modo, aggiungendo ulteriori tasselli. Attaccando, mettendo tanti uomini in area, portando tutti anche a rinculare e lottare in difesa (su questo ieri Candreva e Dia si sono distinti in positivo). Un gioco corale, su tutti i lati del campo e in tutte le situazioni di gioco. Solo così le parole del mister avranno un valore, sarà davvero seminato per il futuro e non una frase fatta. Da ieri solo la Salernitana non ha svoltato la stagione con una vittoria, non può permettersi di restare tale ancora a lungo.

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